MILANO – La sera di sabato 24 dicembre prende il via la festa ebraica di Hanukkà, detta anche Festa della dedicazione o delle luci. Quest’anno la celebrazione si sviluppa in concomitanza con il Natale cristiano e le festività di fine anno (24 dicembre-1 gennaio).
LA CELEBRAZIONE – La sera del 25 kislev ogni famiglia ebrea osservante accende la prima lampada della hanukkia, il candelabro composto da otto bracci (più la lampada servitrice, detta shamash). L’accensione si ripete per i successivi sette giorni, alla presenza di tutta la famiglia, accompagnata da benedizioni, preghiere e canti.
La celebrazione vuole ricordare il miracolo avvenuto nel 164 a.C., sotto la dominazione di Antioco IV Epifane, che in spregio al culto ebraico fece contaminare tutto l’olio consacrato per il candelabro del Tempio: il residuo di olio votivo, pur bastando per un solo giorno, mantenne accesa la fiamma della menorah per otto giorni, permettendo nel frattempo la preparazione di altro olio consacrato.
LA FESTA – I dolci tipici sono le sufganiot (krapfen); molti ebrei usano dare dei soldi ai propri figli per abituarli a esercitare la beneficenza. Inoltre i bambini giocano con una particolare trottola, chiamata sevivon o dreidel, che porta incisa una lettere ebraica su ognuno dei suoi quattro lati. Queste trottole venivano usate durante la dominazione greca, in un periodo in cui tutto ciò che sapeva di ebraico doveva essere abolito: in questo modo, tramite un semplice giocattolo, i genitori potevano insegnare la propria lingua madre ai figli. Le lettere presenti in ognuna dei quattro lati delle trottole erano nun, ghimel, hei, pe/shin, dalla frase Nes gadol hayah po/sham (“un grande miracolo è avvenuto qui/lì”).
IN PIAZZA – Come di consueto oltre che nelle case degli ebrei osservanti, l’accensione della prima candela dell’hanukkia viene celebrata nelle piazze delle principali città italiane, tra cui Milano (nella foto un momento della cerimonia delle passate edizioni) e Roma.
