David Platt e il vero senso della vita cristiana

By 2 Dicembre 2016Dicembre 17th, 2020Dall'Italia

TORINO – Seguire Cristo è il tema su cui si concentra “Seguimi”, ultima fatica editoriale di David Platt. Pastore della chiesa di Brook Hills di Birmingham, in Alabama, autore del best seller “Radical”, Platt parte da una premessa: probabilmente in molti, oggi, hanno dimenticato – o travisato – il vero significato del termine “cristiano”, ossia “seguace di Cristo”, finendo per considerarlo un aggettivo generico e usarlo per indicare il contesto culturale occidentale.

Il problema di fondo, rileva Francis Chan nell’introduzione, non è «di avere una chiesa piccola o grande, ma di come mantenere il grande mandato al primo posto nella mente di ogni credente», passando dall’«andate ad ascoltare» all’«andate a dire».

Platt precisa subito che non siamo chiamati a una “spiritualità routinaria”: «la chiamata a Cristo è un’inevitabile chiamata a morire», spiega, ripromettendosi di «mettere in evidenza che cosa significa morire a noi stessi e vivere in Cristo», una rivoluzione inevitabile «quando qualcuno viene a trovarsi faccia a faccia con il Dio incarnato che gli dice “seguimi!”».

Attraverso esempi pratici e citazioni bibliche il volume di Platt analizza la vita cristiana, i suoi risvolti e i falsi miti, le certezze che spesso portano il credente a porsi in maniera scontata e impropria davanti a Dio, dalla “religione superficiale” al rischio di “non fare di Gesù il tuo personale Signore e salvatore”; Platt sottolinea costantemente l’importanza di avere presente la volontà di Dio per la propria vita, una volontà che parte dal rapporto personale e arriva all’azione: raggiungere altri con il messaggio del vangelo, l’«elemento centrale della vita di ogni cristiano» e, allo stesso tempo, il mandato più disatteso, tanto da portare l’autore a chiedersi se «abbiamo sostanzialmente frainteso lo scopo centrale per cui Dio ci ha creato».

Un’ampia parte nell’analisi di Platt è dedicata alla chiesa, elemento fondamentale nella vita di un credente, su cui l’autore riflette a partire dal senso stesso della vita comunitaria cristiana, troppo spesso vista come una “frequentazione occasionale” e senza il coinvolgimento umano nei confronti degli altri membri. Allo stesso modo, esattamente come ogni cristiano anche la chiesa, intesa come gruppo di credenti, non dovrebbe concentrarsi sulla propria esistenza, ma sulla chiamata a raggiungere altri, che spesso non è enfatizzata come dovrebbe.

Proprio per venire incontro a questa situazione – definita dall’autore “una patologia del cristianesimo contemporaneo” – in cui spesso si trovano credenti e chiese, Platt chiude il volume suggerendo “un piano personale per fare discepoli” in sei punti, ispirati alla «strategia seguita da Gesù». «Quando si tratta del grande mandato – conclude Platt – non è previsto che nessun figlio di Dio se ne stia nelle retrovie a fare da spettatore», perché «ogni discepolo di Gesù è stato chiamato, amato, creato e salvato per fare discepoli». Una chiamata che non può non cambiare la vita di chi la accetta.

Il libro:
David Platt
Seguimi
Una chiamata a morire. Una chiamata a vivere
Edizioni CLC, 2016
227 pp – 14,90 euro

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