Burkina Faso, bilancio di un attentato

By 26 Gennaio 2016Esteri

OUAGADOUGOU – Dopo l’attacco compiuto nella capitale del Burkina Faso il 15 gennaio da una cellula di Al-Qaeda del Magreb islamico è tempo di bilanci e di analisi. I due alberghi e la caffetteria colpiti, situati un una delle vie più importanti della capitale, sono frequentati normalmente da occidentali e da militari francesi impegnati nell’operazione Barkhane per sradicare il terrorismo islamico nella regione. «Combatteremo la Francia fino all’ultima goccia del nostro sangue gli infedeli, i colonizzatori delle nostre terre, i saccheggiatori delle nostre ricchezze e coloro che violano la nostra sicurezza», ha rivendicato l’attacco il gruppo fondamentalista in un messaggio audio all’agenzia di stampa mauritana Al-Akbar.

Trenta i morti, tra cui gli attentatori; le vittime erano civili provenienti da diverse nazioni, tra loro un bambino italiano e la sua mamma. Sette i missionari evangelici uccisi, impegnati a breve o a lungo termine nell’evangelizzazione e in opere sociali nel Paese: sei canadesi e uno statunitense. Gli ostaggi dei terroristi, oltre cento persone, sono stati liberati.

Al momento non si hanno ancora notizie attendibili sulla sorte di Ken e Jocelyn Elliott, una coppia di missionari evangelici australiani ultraottantenni rapiti nella notte tra il 15 e il 16 gennaio dai terroristi. Per oltre quarant’anni Ken Elliott ha prestato la sua opera nel Paese aprendo, tra l’altro, un ospedale da 120 posti letto dove era l’unico medico chirurgo in servizio. L’ospedale si trova a Djibo, località confinante con il Mali; nei pressi dell’ospedale sorge l’abitazione degli Elliott, da dove i terroristi li hanno rapiti. La gente di Djibo, nel definire Ken Elliott “il dottore dei poveri” e segnalare il forte disagio causato dalla mancanza dell’assistenza medica prestata fino a qualche giorno fa dal dottor Elliott, ha lanciato su un social network una campagna di sensibilizzazione rivolta alle autorità nazionali, a quelle dell’Australia e alla comunità internazionale, appello che ha presto raccolto migliaia di firme. In area evangelica si susseguono le richieste di preghiera per l’anziana coppia.

La scelta dei terroristi islamici di colpire a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, non è casuale, ha commentato in questi giorni l’europarlamentare Cécile Kyenge, il politico italiano e capomissione di osservazione elettorale dell’Unione Europea che conosce più da vicino quest’area strategica dell’Africa. A suo parere si tratta di un tentativo di colpire la giovane democrazia del Burkina Faso e il suo consolidamento. [gp]

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