L’eterno ritorno della Vulgata

By 19 Agosto 2015Cultura

ROMA – È stato il primo libro stampato con caratteri mobili, intuizione di Gutenberg, ed ebbe almeno tre ulteriori edizioni prima che il sedicesimo secolo tramontasse: è la Vulgata, la Bibbia latina tradotta da Gerolamo da Stridone nel IV secolo e divenuta nell’età moderna un punto di riferimento per le prime traduzioni nelle lingue nazionali.

A fine Cinquecento risale la prima edizione della Vulgata clementina, versione voluta da Clemente VIII come edizione standard per la chiesa cattolica, opera che rivedeva e integrava la precedente pubblicazione commissionata da Sisto V: pubblicata nel 1592, avrebbe costituito un punto di riferimento per quasi quattro secoli, fino a quando Paolo VI dispose la pubblicazione della Nuova Vulgata (1979), rivista poi ulteriormente con una nuova editio typica (testo ufficiale) nel 1998.

Un’opera che, qualunque sia la formazione teologica del lettore, non può non riscuotere ammirazione per l’impegno – Gerolamo impegnò 23 anni della sua vita nella sua traduzione – reso ulteriormente significativo dai limitati mezzi di cui disponeva all’epoca.

Sulla scia di questa eredità storica si pone la nuova edizione della Sacra Bibbia pubblicata dalla Libreria editrice vaticana in edizione bilingue latino-italiano: un’opera di rilievo che propone «due versioni dell’unico testo originale, disposte in parallelo su una medesima pagina», come spiega nella nota introduttiva Fortunato Frezza, docente di Sacre Scritture al Pontificio istituto biblico di Roma, curatore dell’opera.

Si affianca alla Vulgata una tra le più recenti versioni italiane, l’ultima traduzione del testo CEI pubblicata nel 2008.

In apertura del corposo volume (oltre quattromila pagine) vengono proposti due saggi – una prefazione di Eduard Schick, presidente della commissione per la Nova Volgata e una premessa del curatore – con approfondite note metodologiche sui criteri seguiti nella revisione e nella traduzione; seguono una introduzione alla Bibbia (forse fin troppo sintetica per il contesto accademico cui è rivolto il volume), all’Antico Testamento e, dislocate nel volume, al Nuovo Testamento e alle varie sezioni (Pentateuco, libri storici, sapienziali, profetici, Vangeli e Atti, Lettere, Scritti apocalittici); in testa a ogni singolo libro, inoltre, è presente una descrizione di contenuti, caratteristiche e origine della sezione.

Numerose le note in calce offerte dalle due versioni, un apparato critico che per la sezione latina propone le varianti e le acquisizioni della ricerca attuale sui codici, mentre per la parte italiana contiene in particolare rilievi di carattere esegetico, filologico, storico e geografico.

Il libro:
La Sacra Bibbia
testo bilingue latino-italiano
(a cura di Don Fortunato Frezza)
Libreria editrice vaticana, 2015
4488 pagg – 42 euro

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