Sei secoli fa il martirio di Jan Hus

By 5 Luglio 2015Dall'Italia

MILANO – Il 6 luglio del 1415 veniva eretto il rogo di Jan Hus, teologo, sacerdote, rettore dell’Università di Praga, considerato uno dei primi riformatori.

LA VITA. Jan Hus nacque tra il 1368 e il 1372, da famiglia di modeste origini proveniente della Boemia meridionale.
Nel 1390 giunse all’Università di Praga, dove fervevano da una ventina di anni le attività del movimento riformatore boemo, a cui aderì.
Nel 1393 ottenne il titolo di baccelliere in arti, nel 1396 la laurea in filosofia; proseguirà gli studi in teologia fino a essere ordinato sacerdote nel 1400 e, nel 1402, rettore e predicatore della Cappella di Betlemme, fondata nel 1391 allo scopo di farne un centro della predicazione riformata.

In questi anni le predicazioni di Hus, fortemente incentrate sulle Sacre Scritture, sono molto apprezzate dal popolo praghese di condizioni più modeste, a cui Hus si rivolge parlando la sua lingua (il tedesco era invece la lingua delle élites); ciò contribuisce al rafforzamento della nascente identità nazionale boema, oltre che alla diffusione della idee riformate.

Hus si dichiarava discepolo e sostenitore delle tesi del riformatore inglese John Wyclif, allora ampiamente diffuse in Boemia; le idee di Wyclif furono però condannate dall’Università di Praga col voto determinante della componente tedesca, preponderante nel corpo accademico e avversa alle posizioni riformate. La vicenda si inserisce nel quadro complesso di quegli anni, caratterizzati dal Grande Scisma di Occidente, che vedono l’Europa divisa tra due o addirittura tre papi, impegnati in una lotta senza esclusione di colpi per il soglio pontificio.
Le divergenze tra il re boemo Venceslao IV e il vescovo di Praga Zbynek di Hasemburg in merito alle decisioni del Concilio di Pisa, dove si tentò di eleggere un papa accettato da tutta la cristianità, indusserò il re ad appoggiare pienamente la causa riformata; la componente tedesca venne allontanata dall’università e i boemi, ora maggioranza, elessero Hus rettore. In questa nuova posizione Hus si trovò a essere il punto di riferimento della riforma religiosa e della vita culturale e civile della nazione boema. Perso l’appoggio del vescovo, Hus fu via via sempre più osteggiato da parte di tutti i papi, legittimi o meno. Nel 1408 gli venne fatto divieto di predicare, di fronte al suo rifiuto venne scomunicato da Roma nel 1410; contro questa decisione Hus si appellò ma la protesta non sortì effetto e la città di Praga fu posta sotto interdetto (ovvero nessuna funzione religiosa vi poteva avere validamente luogo) finché il riformatore vi avesse avuto dimora. Hus lasciò Praga e si trasferì nelle campagne a sud del Paese, dove scrisse le sue due opere più note, De Ecclesia e La simonia.

Nel 1414 fu indetto un concilio a Costanza, nel tentativo di ricucire lo strappo con la riforma boema. Il re Sigismondo di Lussemburgo invitò Hus a partecipare per chiarire le sue posizioni, fornendogli un salvacondotto. Dopo qualche iniziale riluttanza, Hus decise di partecipare ma, giunto in Germania, venne catturato dagli uomini dell’antipapa Giovanni XXIII, nonostante il salvacondotto, e minacciato di morte se non avesse ritrattato le sue posizioni eretiche. Hus rifiutò di abiurare, affermando che l’avrebbe fatto solo se i suoi accusatori fossero riusciti a dimostrare che le sue idee erano in contrasto con le Sacre Scritture. Il processo che lo vedeva imputato di trenta capi d’accusa, molti dei quali falsi, si concluse con la condanna a morte. Il 6 luglio del 1415 venne bruciato sul rogo a Costanza, i suoi resti furono gettati nel fiume Reno.

IL PENSIERO RELIGIOSO. Il pensiero di Hus è fortemente influenzato dall’opera del riformatore inglese Wyclif, anch’egli morto martire trenta anni prima. Se ne discosta per l’interpretazione dell’eucaristia (Hus non nega la transustanziazione come l’inglese) ma ne sposa integralmente la condanna della corruzione del clero, della simonia e della vendita di indulgenze, nonché il rifiuto di obbedienza alla chiesa istituzionale quando essa non si conforma agli insegnamenti di Cristo. In particolare Hus sposa l’ecclesiologia di Wycliff che, coerentemente con il Nuovo Testamento, considera la Chiesa universale l’assemblea di tutti i salvati e non un’istituzione terrena. Di conseguenza, Hus nega la pretesa della Chiesa romana di incarnare, essa sola, la Chiesa universale ma afferma, al contrario, che la Chiesa universale può esistere in una pluralità di chiese, inclusa quella romana.

IL PADRE DELLA PATRIA BOEMA. La figura di Hus ebbe notevole importanza anche in campo politico, egli contribuì, anche grazie all’uso della lingua boema negli scritti e nella predicazione, alla formazione della coscienza e dell’identità nazionale di questo popolo; l’anniversario del suo martirio è oggetto in questi giorni di celebrazioni da parte delle autorità civili della Repubblica ceca, che vede nella sua figura uno dei padri fondatori della nazione. [gm]

(nell’immagine, un ritratto di Jan Hus)

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