Turrettini, il ritorno di un’Istituzione sempre attuale

By 15 Maggio 2015Cultura

TORINO – Nella giornata di apertura del 28.mo Salone del libro di Torino la casa editrice evangelica BE Edizioni, per la prima volta presente alla manifestazione, ha presentato al pubblico il primo volume della “Istituzione della teologia persuasiva” di Francesco Turrettini, alla sua prima edizione in italiano a 330 anni dalla sua pubblicazione. Nell’incontro, moderato dal giornalista Paolo Jugovac, il pastore Matteo Clemente ha introdotto il tema tracciando un conciso profilo biografico del riformatore italiano, per poi cedere la parola a Pietro Bolognesi, direttore dell’Istituto di Formazione e Documentazione evangelica di Padova, che dialogando con il moderatore ha tratteggiato le linee fondamentali del pensiero di Turrettini, sottolineando l’importanza che ebbe tra i contemporanei, l’influenza sul protestantesimo evangelicale e, infine, la sua rilevanza e attualità per il mondo evangelico contemporaneo, italiano in particolare.

LA VITA – Francesco Turrettini nacque a Ginevra da un’importante famiglia originaria di Lucca. Il bisnonno Regolo, capo magistrato della città toscana, fu il primo a convertirsi al protestantesimo; il nonno Francesco a motivo delle persecuzioni in patria si rifugiò a Ginevra, dove arrivò a coprire importanti incarichi nel governo cittadino. Il padre Benedetto, già importante teologo, notò presto le notevoli capacità del figlioletto Francesco. L’intuizione si rivelò esatta: Francesco brillò negli studi di teologia e filosofia, sotto la guida di importanti maestri come Giovanni Diodati, di cui era nipote. Fu pastore a Ginevra dal 1648, nel 1653 prese la cattedra di teologia all’Accademia di Ginevra, di cui divenne rettore l’anno successivo. Fino alla sua morte nel 1687 si prese cura della chiesa di lingua italiana di Ginevra, che ospitava i numerosi protestanti italiani costretti a fuggire dalla Penisola.

LE OPERE E IL PENSIERO – Francesco Turrettini scrisse numerose Disputationes e diversi Trattati, la sua opera più nota è l’Institutio Theologiae Elencticae, pubblicata in tre volumi tra il 1679 e il 1685. L’istituzione è considerata una delle più mature e organiche esposizioni del pensiero riformato e figura come un’opera che ha avuto grande influenza nel mondo anglosassone; Charles Hodge, fondatore del Seminario teologico di Princeton, soleva far leggere brani dell’Istituzione prima di ogni lezione. Se si considera che dal seminario di Princeton sono usciti migliaia di pastori e missionari possiamo pensare a quanto sia stata significativo il contributo del riformatore italiano alla modellazione del pensiero evangelico moderno. L’Isituzione ha fornito inoltre un valido strumento per la difesa della fede evangelica riformata classica di fronte alle prime avvisaglie del liberalismo teologico.

L’INSTITUTIO – L’opera di Turrettini sarà pubblicata in venti fascicoli che corrispondono ai venti loci, ovvero ai capitoli dell’edizione originali, di cui ieri è stato presentato il primo. Un’opera che, secondo il curatore, ha ragione di trovare la sua collocazione anche nel contesto evangelico odierno: «Nel mondo evangelico italiano – ha evidenziato Bolognesi – spesso si tende a vivere dottrina, prassi e vita emotiva in modo scollegato tra loro, mentre si tratta di aspetti che dovrebbero essere coerenti e integrati. L’auspicio è che la lettura dell’Istituzione, un’opera caratterizzata da una forte coerenza a da un solido pensiero, sia un aiuto per il mondo evangelico italiano a ricondurre a unità questi tre aspetti essenziali della vita cristiana che devono andare di pari passo».

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