Isis uccide in Libia 28 cristiani copti etiopi

By 20 Aprile 2015Dicembre 17th, 2020Chiesa Perseguitata

TRIPOLI – Perseguendo una macabra strategia di propaganda i terroristi dell’autoproclamato stato islamico hanno diffuso domenica 19 aprile un nuovo video che mostra l’uccisione in Libia di ventotto di cristiani copti etiopi suddivisi due gruppi.

«La nostra battaglia è una battaglia tra la fede e la blasfemia, tra la verità e la falsità», dichiara nel filmato il capo dei miliziani jihadisti che compiono le esecuzioni. L’uomo ha una maschera, parla con un accento inglese e impugna una pistola.

Nel filmato di quasi mezz’ora i terroristi rivelano che le esecuzioni sono state compiute da due gruppi affiliati all’Is nella provincia di Barka, che si trova nella Libia orientale, e nella provincia di Fezzan, nel sud del Paese. Gli sfondi del filmato mostrano in effetti un’area desertica dove sedici uomini vengono uccisi con un colpo alla testa e una spiaggia dove altri dodici uomini vengono decapitati in riva al mare.

Secondo un funzionario del patriarcato etiope gli uomini assassinati da Isis erano probabilmente migranti in viaggio verso il nord della Libia.

Isis ha ormai occupato diverse città in Iraq e in Siria e nella sua intenzione di impiantare un califfato islamico si è ormai estesa anche in altri Paesi; in ogni località raggiunta gli estremisti prendono di mira i cristiani e altre minoranze religiose residenti, identificati con le potenze occidentali che accusano di destabilizzare i Paesi e causare la morte di civili con attacchi aerei.

A margine della nuova atroce esecuzione di cristiani copti in Libia torna in primo piano la sorte che incombe su cristiani assiri: all’inizio di aprile Isis aveva chiesto trenta milioni di dollari per liberare trecento cristiani assiri tenuti prigionieri da febbraio dopo essere stati catturati in diverse incursioni nei villaggi che si snodano lungo il fiume Khabur, in una provincia nord orientale della Siria; alcuni di loro sono stati rilasciati, ma Isis ha avvisato che ucciderà i restanti prigionieri se non riceverà mille dollari di riscatto per ciascuno di loro.

Un funzionario delle autorità assire aveva dichiarato che spetterebbe alla comunità internazionale intervenire, perché gli assiri non possono far fronte a tali ingenti richieste di denaro; ha aggiunto che i terroristi conoscono bene la situazione delle casse pubbliche, ma contano che il denaro possa arrivare da altre fonti, Paesi o istituzioni. [gp]

(nell’immagine, un fotogramma del filmato)

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