Pakistan, muore il ragazzo cristiano aggredito

By 16 Aprile 2015Dicembre 17th, 2020Chiesa Perseguitata

LAHORE – Nauman Masih, il 14enne aggredito nei giorni scorsi e arso vivo da fanatici islamisti, non ce l’ha fatta: troppo gravi le ustioni subite in seguito all’aggressione di venerdì 10 aprile, quando due giovani musulmani che si stavano recando in moschea lo hanno incontrato lungo la strada e, dopo averlo fermato, gli hanno chiesto che religione seguisse. Quando il ragazzo si è dichiarato cristiano, hanno cominciato a picchiarlo e quando ha cercato di sfuggire al pestaggio, l’hanno inseguito con le loro moto per gettargli addosso del cherosene e dargli fuoco.

In seguito alla notizia dell’aggressione, riportata da alcuni media evangelici internazionali on line, il direttore per il Pakistan della missione evangelica Forgotten missionaries international, Bruce Allen ha espresso timori per una recrudescenza di aggressioni ai cristiani nel fine settimana, chiedendo di allertare i credenti nel mondo perché pregassero per i cristiani in Pakistan, tanto più dopo la conferma che a Lahore sono comparsi in questi giorni volantini e libelli a sostegno dei terroristi.

Allen ha denunciato attacchi alle scuole cristiane e una diffusa ostilità che il governo locale, poco favorevole alle minoranze religiose, non si impegna ad arginare: basti dire che uno dei cristiani arrestati dalla polizia a seguito dei tumulti di marzo a Youhanabad è morto sabato scorso a causa dei maltrattamenti inflittigli durante la prigionia e dozzine di cristiani restano ancora in carcere.

Il fine settimana a Lahore è trascorso relativamente tranquillo, ma il giovanissimo cristiano aggredito e bruciato vivo è morto a causa delle ustioni che coprivano oltre il 55 per cento del suo corpo e la possibilità, ventilata da alcuni media, che l’ospedale non fosse perfettamente attrezzato per curare grandi ustionati.

La British pakistani christian association, che contribuirà con una donazione alle spese funerarie della famiglia Masih, dichiara tramite il suo presidente, Wilson Chowdhry, che Nauman Masih, da cristiano, ha perdonato i suoi aggressori, ma nel contempo ha espresso il desiderio che la legge faccia il suo corso per evitare che gli estremisti possano ripetere il loro crimine a danno di altri cristiani. In realtà gli aggressori del giovane cristiano sono riusciti a fuggire ed è stata registrata solamente una denuncia contro ignoti: Nauman Masih aveva infatti dichiarato a un sovrintendente di polizia che due perfetti sconosciuti hanno iniziato a percuoterlo dopo aver saputo che era cristiano. «Ho provato a scappare ma mi hanno inseguito e cosparso di benzina». In seguito all’aggressione Nauman Masih aveva avuto la prontezza di gettarsi su un mucchio di sabbia, e alcuni passanti lo avevano aiutato a spegnere il fuoco sul suo corpo chiamando inoltre un’ambulanza.

Episodi come questo non sono purtroppo nuovi in Pakistan: una vicenda simile, nello scorso mese di novembre, aveva provocato ampie manifestazioni da parte dei cristiani di Lahore e forse lo stesso Nauman aveva partecipato alle proteste, ignaro che, pochi mesi dopo, avrebbe subito la stessa drammatica sorte. [gp]

(nella foto: Nauman Masih in ospedale)

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