L’AEI boccia la nuova legge lombarda sui locali di culto

By 20 Febbraio 2015Dall'Italia

ROMA – La nuova legge lombarda sui locali di culto è «pretestuosa, pasticciata e anticostituzionale»: l’ennesima sonora bocciatura arriva dalla commissione dell’Alleanza evangelica italiana incaricata di una analisi approfondita della nuova normativa, che in queste settimane ha fatto discutere le minoranze religiose presenti in Lombardia.

L’AEI definisce senza mezze misure la l.r. 2/2015 come «un tentativo pretestuoso di confezionare, all’interno di normative urbanistiche vessatorie, una serie di ostacoli per rendere sempre più difficile, se non impossibile, la realizzazione di nuovi luoghi di culto alle minoranze religiose», “peggiorando ulteriormente” le norme varate nel 2005.

Nata come argine all’apertura di sale di preghiera islamiche, la legge si è dimostrata uno strumento che penalizza prevalentemente le comunità cristiane: «già sino a oggi – fa notare il documento dell’AEI – a pagare il prezzo più alto della vecchia norma [la l.r. 12/2005, ndr] erano state alcune decine di chiese evangeliche che in qualche caso si sono viste sequestrare perfino la proprietà. Non osiamo immaginare che cosa potrà accadere da oggi in poi con questa nuova legge regionale che inasprisce ulteriormente le condizioni delle minoranze religiose e ne limita ancor di più la libertà».

La nuova normativa conferma chiaramente come «la libertà religiosa è largamente incompiuta nel nostro Paese», e spinge l’Alleanza evangelica a presentare «da subito la grave situazione lombarda a vari livelli, sottoponendola anche a organismi sovranazionali e internazionali».

Tra le “criticità” individuate nella nuova legge, la richiesta ai soli nuovi locali di culto di farsi carico in prima persona di oneri di urbanizzazione primaria, indicazione che contrasta con le leggi in vigore; il riferimento a una “adeguata” distanza da altri luoghi di culto, che vista la densità di presenza di chiese cattoliche potrebbe significare “costruire in aperta campagna”; la richiesta di parcheggi “in misura superiore addirittura a quanto previsto per le grandi strutture commerciali”.

«Si tocca il fondo – continua l’analisi predisposta dall’AEI – dove si impone una sorta di videocontrollo da parte delle forze di polizia verso i nuovi locali di culto»: l’AEI rileva che «nemmeno regimi totalitari si sono mai avventurati a tanto», e che la norma ignora i pronunciamenti del Garante per la Privacy «che proprio per i luoghi di culto raccomanda “elevate cautele, in funzione dei rischi di un utilizzo discriminatorio delle immagini raccolte e del carattere sensibile delle informazioni”».

«Lo spirito della legge – rileva l’Alleanza evangelica – è pertanto quello di mantenere lo status quo religioso al riparo da un sano pluralismo che offra a tutte le confessioni pari opportunità» e tradisce, secondo l’AEI, nelle forze politiche che hanno promosso il provvedimento una “chiara dipendenza romana”; inoltre la ulteriore opzione-referendum prevista nei comuni interessati «dimostra una grave idiosincrasia verso libertà e diritti delle minoranze da parte degli estensori, che eleva la logica del sondaggio allo stesso livello dei diritti fondamentali e riduce il diritto alla libertà religiosa da interesse legittimo a facoltà soggetta alla mutevole discrezionalità amministrativa».

Nel complesso la nuova legge, come la precedente normativa che va a integrare, «avanza pretese incomprensibili e fantasiose, riservandole alle sole confessioni religiose emergenti come una serie di lacci e laccioli, assurdi sotto il profilo economico, e surreali sotto il profilo pratico», e con il suo ingresso “a gamba tesa” rischia di annullare anche le convenzioni già in corso tra associazioni religiose e Comuni. Una normativa, conclude l’Alleanza evangelica, che «purtroppo farà fare una pessima figura al nostro Paese in tutto il mondo».

Il testo del documento AEI

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