Si accendono i falò valdesi della libertà

By 14 Febbraio 2015Dall'Italia

TORRE PELLICE (TO) – La sera del 16 febbraio, come ogni anno dal 1848, nelle Valli valdesi sono tornati ad accendersi i “falò della libertà” in ricordo dell’emanazione delle Lettere Patenti con cui re Carlo Alberto di Savoia concesse ai valdesi il godimento dei diritti civili e politici, il 17 febbraio 1848.

LA STORIA – Fino a tutta la prima metà del XIX secolo, la minoranza valdese viveva confinata nel comprensorio alpino delle Valli Chisone, Pellice e Germanasca, in cui poteva esercitare in forma pubblica il culto riformato, in base a una concessione del Duca di Savoia risalente al 1561, la Pace di Cavour, considerata uno dei primi atti di tolleranza religiosa emanati in Europa. I Savoia tuttavia, nel corso dei secoli successivi non sempre mantennero fede ai patti stipulati con il piccolo “popolo chiesa”; a più riprese tentarono di estirpare dal Ducato di Savoia la minoranza presente sin dal Medioevo, anche con persecuzioni crudeli, tra cui il tristemente noto episodio delle Pasque piemontesi del 1655, quando le truppe sabaude compirono massacri indiscriminati ai danni della popolazione valdese. A questi tentativi di distruzione (oggi si potrebbe usare la parola “genocidio”) i valdesi opposero strenua resistenza morale, rifiutando tenacemente di abbandonare la loro fede, e armata, lottando per difendere la propria sopravvivenza; sono passate alla storia le gesta di Giosuè Gianavello, che condusse un’accanita guerriglia contro le truppe sabaude.
I valdesi arrivarono a un passo dall’estinzione nel 1686, quando l’esercito francese del Re Sole, Luigi XIV, e quello sabaudo del duca Vittorio Amedeo II spensero la resistenza con un altro grande massacro, a cui seguì l’esilio delle poche migliaia di sopravvissuti verso la Svizzera e la Germania. Tre anni dopo tuttavia, i valdesi riuscirono con un’epica marcia tra le Alpi – ricordata come il Glorioso Rimpatrio – a rientrare nei loro territori, dove avranno modo di poter riprendere la loro vita, in pace ma sottoposti da una legislazione fortemente discriminatoria. Al di fuori delle Valli, che costituivano una sorta di ghetto naturale, i valdesi non potevano stabilire residenza, commerciare e lavorare, comprare o vendere immobili, frequentare scuole; erano inoltre interdetti loro l’accesso alle cariche pubbliche e agli studi universitari. Tale regime discriminatorio durerà fino al 17 febbraio 1948, giorno in cui il re Carlo Alberto con le Lettere Patenti concede ai valdesi il godimento dei diritti civili e politici. Qualche giorno dopo con un provvedimento analogo concederà agli ebrei, l’altra minoranza presente all’epoca nel ducato sabaudo, il godimento dei diritti civili ma non ancora di quelli politici (arriveranno nel giugno dello stesso anno). Le Regie patenti sui valdesi si concludono con queste parole: «I Valdesi sono ammessi a godere di tutti i diritti civili e politici de’ Nostri sudditi; a frequentare le scuole dentro e fuori delle Università, ed a conseguire i gradi accademici. Nulla è però innovato quanto all’esercizio del loro culto ed alle scuole da essi dirette».
Non si trattò quindi di un esplicito riconoscimento della libertà religiosa e della piena uguaglianza di fronte alla legge, tuttavia rappresentò una svolta decisiva nella politica verso le minoranze, sulla scia delle idee liberali che iniziavano ad affermarsi anche in Piemonte, e l’atto portò alla progressiva uscita dei valdesi dall’emarginazione; il vento risorgimentale e liberale spinse i valdesi fuori dal ghetto alpino, poterono espandere la loro presenza nel resto d’Italia portando la loro testimonianza evangelica, aprendo templi, fondando scuole ed ospedali.

LE CELEBRAZIONI – Le origini dell’usanza dei falò sono incerte; secondo alcune fonti la notizia dell’imminente approvazione delle Regie Patenti giunse nelle Valli la sera del 16 febbraio 1848; alcuni giovani di ritorno da Torino, dove il provvedimento era discusso da giorni, tornati in serata nelle Valli accesero dei falò per far circolare la notizia dell’approvazione di paese in paese. Secondo altre fonti la notizia giunse alcuni giorni più tardi e i falò vennero accesi per festeggiare l’avvenimento.
Da allora, comunque, si cominciò di anno in anno a ricordare il gioioso avvenimento con l’accensione dei falò, probabilmente si tratta dell’unica tradizione popolare che prosegue ininterrottamente dal Risorgimento a oggi.
La festa ha, da sempre, un carattere prettamente laico sebbene non manchino i momenti di ringraziamento (perché la libertà, si sottolinea, è dono di Dio) con la celebrazione di culti e il canto di inni, in particolare del celebre “Giuro di Sibaud”, il solenne impegno di fedeltà a ogni costo.
Il momento culminante delle celebrazioni è rappresentato dall’accensione dei fuochi in diverse località, e accanto ai falò “ufficiali” organizzati dalle chiese non mancano iniziative spontanee di singoli e associazioni.
Solitamente i fedeli si ritrovano presso i templi da cui partono delle fiaccolate verso i luoghi dove ardono i falò. Non mancano, neve permettendo, suggestive fiaccolate sugli sci. Dal 2014 si accende un falò della libertà anche nella località di Guardia Piemontese (CS), nota per essere stata teatro nel 1561 di una delle più efferate stragi perpetrate ai danni dei Valdesi di Calabria. Nel 1998, in occasione del 150° anniversario della concessione della piena cittadinanza a Valdesi ed Ebrei l’allora Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro partecipò alle celebrazioni del 17 febbraio di Pinerolo.

IL SIGNIFICATO – Molto si è discusso intorno al senso da dare oggi alla celebrazione del 17 febbraio. Se nelle Valli rappresenta un momento identitario, un modo per riaffermare l’appartenenza a un popolo ben radicato nella propria terra, il suo significato ha certamente travalicato i confini valdesi per assumere una portata più ampia di festa della libertà religiosa e di coscienza. Anche oggi, pur in un contesto storico certamente mutato rispetto al XIX secolo, nel nostro Paese non tutte le minoranze religiose godono del medesimo trattamento giuridico, e i culti che non hanno stipulato un’Intesa con lo Stato godono di minore tutela rispetto ai culti con Intesa. La particolare situazione di questo nuovo millennio, con tutti i problemi internazionali da cui è caratterizzato in tema di convivenza tra religioni, può causare nel nostro Paese per i culti senza Intesa una significativa restrizione dei propri spazi; la controversa legge “anti moschee” recentemente approvata dalla Regione Lombardia desta non poche preoccupazioni, anche tra gli evangelici, in merito all’apertura di nuovi locali di culto.
In quest’ottica già da diversi anni sono state avviate una serie di iniziative concrete collegate a questa ricorrenza finalizzate a mantenere vivo l’interesse intorno al tema, come l’istituzione della “Settimana della libertà” con convegni e libri dedicati al tema della libertà religiosa. È stato anche proposto di adottare il 17 febbraio come Giornata nazionale della libertà di religione e di coscienza. Una ricorrenza, insomma, che riguarda chiunque abbia a cuore il tema delle libertà fondamentali, il cui senso più vero è stato ben riassunto dal moderatore della Tavola valdese Eugenio Bernardini in una recente intervista: «Per noi – ci tengo a dirlo – la data del 17 Febbraio non è la “festa dei valdesi”. E noi non la ricordiamo solo per parlare di noi stessi. La libertà religiosa è un bene di tutti i cittadini, siano essi credenti di qualunque confessione, non credenti, atei o agnostici. Una delle frasi che ripetiamo spesso è che la mia libertà è garantita dalla libertà degli altri. La libertà di coscienza (e quindi di religione) è per così dire la madre della democrazia: quando non c’è libertà di coscienza, anche gli altri diritti del cittadino sono in pericolo».

IL PROGRAMMA – Numerose le località in cui avranno luogo i tradizionali falò, tra cui Pinerolo, Torre Pellice, Luserna San Giovanni, Angrogna, Prali. I falò saranno accesi il 16 febbraio alle 20 a eccezione di quelli di Pinerolo, Rorà e Villar Pellice, previsti alle 21. Sono previsti due cortei ufficiali con partenza dai templi di Pinerolo e Rorà alle 20.30.

(a cura di Giambattista Mendicino; foto tratta dal sito milanovaldese.it)

Leave a Reply

Evangelici.net è un portale di informazione e approfondimento che opera dal 1996 per la valorizzazione del messaggio, dell’etica e di uno stile di vita cristiano

Sostieni il portale ➔