MILANO – “Iraq, festa da perseguitati per i cristiani” è il titolo del reportage che Lorenzo Cremonesi sul Corriere della Sera dedica, all’antivigilia di Natale, alla situazione dei cristiani iracheni in fuga dall’Isis e alloggiati nei campi profughi nelle province curde.
“Un natale da perseguitati” nel corso del quale i profughi tentano di conservare, per quanto possibile, un barlume di normalità in una situazione di emergenza umana e spirituale: costretti in container di metallo, sostenuti dalle razioni dell’Onu e qualche pacco dono di chiese estere, nei campi profughi si incontrano centomila cristiani sospesi tra frustrazione e rabbia, pioggia intensa ed elettricità a singhiozzo, rimpianti e incertezza per il futuro.
Centomila vittime di vicende umane drammatiche, fatte di fughe precipitose di fronte «all’incalzare delle squadracce dell’Isis per cercare rifugio nel capoluogo dell’enclave curda irachena», che all’Occidente esprimono una richiesta accorata: «Non abbandonateci».
