La storia di Giuseppe in venti arazzi

By 28 Novembre 2014Cultura

MILANO – “Il Principe dei sogni. Giuseppe negli arazzi medicei di Pontormo e Bronzino” è il titolo di una mostra itinerante che, da gennaio 2015, raccoglierà per la prima volta dopo 150 anni i venti arazzi cinquecenteschi commissionati da Cosimo I de’ Medici per la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio.

Gli arazzi, alti sei metri per 4,5 metri di lunghezza, rappresentano le “Storie di Giuseppe ebreo”, cui nella Bibbia sono dedicati gli ultimi tredici capitoli della Genesi: il figlio di Giacobbe, detestato dai suoi fratelli e venduto schiavo per invidia nei suoi confronti, portato in Egitto dove si riscatta grazie alla saggezza divina, giungendo al ruolo di braccio destro del Faraone e salvando in questo modo la sua famiglia dalla carestia occorsa, nel frattempo, in Canaan.

Le opere rimasero nella originaria sede fiorentina per oltre trecento anni, fino a quando nel 1882 una parte venne spostata, per desiderio della casa regnante, presso il Palazzo del Quirinale.

La mostra in programma per il prossimo anno sarà quindi un’occasione unica per rivedere nella loro completezza le scene rappresentate dal Pontormo e dal Bronzino; l’esposizione verrà ospitata a Roma, da gennaio 2015, presso il Salone dei Corazzieri del Palazzo del Quirinale, per poi spostarsi a maggio a Milano presso la Sala delle Cariatidi di Palazzo Reale e concludersi da settembre a gennaio 2016 presso la sede originaria, la Sala de’ Dugento di Palazzo Vecchio a Firenze.

Nel commissionare a Jacopo Carrucci, detto il Pontormo, e ad Agnolo di Cosimo di Mariano, detto il Bronzino una serie di arazzi sulla vicenda di Giuseppe, era chiaro ai contemporanei il riferimento di Cosimo I de’ Medici alle vicende della propria casata attraverso il parallelo allegorico a «una storia universale di passione e riscatto, miseria e gloria, meschinità e giustizia», spiega Filippo Del Corno, Assessore alla cultura a Milano e membro del comitato scientifico della mostra; realizzati tra il 1545 e il 1553 dai maestri arazzieri fiamminghi Jan Rost e Nicolas Karcher su cartoni del Pontormo e del Bronzino, gli arazzi sono stati sottoposti nel Novecento a un restauro conservativo di particolare complessità, durato ben 27 anni e concluso da poco, da parte dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

(nell’immagine, “Convito di Giuseppe con i fratelli”, 1550-53, particolare. Roma, Palazzo del Quirinale)

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