GERUSALEMME – È stata una giornata di lutto e tensione in Israele all’indomani della strage nella sinagoga ad Har Nof, sobborgo di Gerusalemme, perpetrata da terroristi arabi e costata la vita a quattro rabbini e un agente di polizia: centinaia di ebrei si sono radunati nel luogo dell’attentato per una preghiera trasmessa in diretta da televisione e radio.
Nel corso della giornata i rappresentanti delle comunità religiose cristiana, musulmana, drusa ed ebrea hanno visitato la sinagoga per portare la loro solidarietà alla comunità e condannare nel contempo gli atti di violenza che non si fermano nemmeno davanti ai luoghi di preghiera.
Sul versante politico il primo ministro Benjamin Netanyahu ha lanciato la proposta di “reagire alla situazione” costituendo un governo di unità nazionale, proposta che non ha riscosso entusiasmo da parte dei partiti di sinistra – laburisti e Meretz – mentre ha ottenuto una risposta possibilista da parte dei partiti religiosi.
Sul fronte internazionale Obama ha condannato fermamente l’attacco terroristico definendolo “orribile”; in Italia il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, ha manifestato «la più ferma condanna per l’ignobile attacco armato di gravità inaudita», e ha espresso a nome del Governo «la più ferma condanna per l’ignobile attacco armato di gravità inaudita», auspicando «che tutte le parti impegnate nel processo di pace dichiarino la più ferma condanna e prendano distanza da un’azione tanto ignobile».
(nella foto di wikipedia, una veduta di Har Nof)
