Un’America latina sempre più evangelica

By 19 Novembre 2014Esteri

WASHINGTON – Il Pew Research Center di Washington, ente specializzato nello studio dei fenomeni legati alla religione, ha presentato il 13 novembre una ricerca secondo cui i latinoamericani stanno progressivamente abbandonando il cattolicesimo e aderiscono al cristianesimo evangelico. La ricerca sulle affiliazioni, le credenze e le pratiche religiose è stata condotta in diciotto Paesi più il territorio statunitense di Porto Rico e rivela che oggi solo il 69% dei latinoamericani si identifica come cattolico, rispetto al 90% degli anni Sessanta. In quasi tutti i Paesi presi in esame il calo dei cattolici va a favore dell’affiliazione a chiese protestanti, evangelicals in testa, o porta al rigetto di qualsiasi tipo di religiosità organizzata.

Sulle otto motivazioni proposte dall’indagine ai neoconvertiti, “per avere un rapporto personale con Dio” risulta la prevalente; molti hanno anche risposto che “desideravano un tipo di culto differente” oppure “una chiesa che aiuti di più i suoi membri” e altri ancora hanno addotto motivi di salute, problemi familiari o il matrimonio con un non-cattolico. Più della metà ha riposto che gli evangelici erano più disposti dei cattolici a segnalare e condividere la loro fede con persone al di fuori del proprio gruppo religioso. Molti hanno dichiarato di aver lasciato il cattolicesimo prima dei 25 anni (probabilmente a causa della mobilità geografica); quasi i due terzi dei convertiti si qualifica evangelico-pentecostale.

Un altro fattore favorevole agli evangelici potrebbe essere il conservatorismo evangelico latinoamericano: in media i cattolici sembrano meno contrari ad aborto, omosessualità, contraccezione, sesso fuori dal matrimonio, divorzio e alcol rispetto agli evangelici.

Secondo il Pew Center le differenti visioni dei problemi sociali potrebbero aiutare a comprendere perché molti ex cattolici hanno detto di essere stati alla ricerca di una chiesa che tenesse in maggior conto i valori morali.

La forza trainante di Papa Francesco verso il cattolicesimo è marcata tra i cattolici di oggi, che vedono il suo pontificato come un importante cambiamento nella chiesa. Tuttavia, gli ex cattolici sono più scettici: in Argentina e Uruguay la maggior parte degli ex cattolici interpellati esprime una valutazione positiva su di lui, ma in ogni altro paese non più della metà degli ex cattolici considera favorevolmente Bergoglio, e pochi vedono nel suo pontificato un cambiamento significativo.

Si allineano al calo anche gli ispanici negli Usa. Marco Tosatti su La Stampa scrive che «negli Usa il 33% dei cattolici sono ispanici; una crescita dovuta all’immigrazione, oltre che al progressivo svuotamento di bacini di fedeli tradizionali, quali le comunità irlandese e italiana. Questo riequilibrio della situazione all’interno della chiesa cattolica continua, dovuto in larga parte all’immigrazione».

Se la perdita di consenso prosegue a questi ritmi, commenta il Pew Research Center, «potrà venire il giorno in cui la maggioranza dei cattolici sarà ispanica, anche se la maggioranza degli ispanici non sarà più cattolica».

Intanto fa discutere il caso di New York City, dove la diocesi cattolica sta operando un consistente accorpamento delle parrocchie: sulle 368 in funzione ne saranno chiuse circa 50 (il 14%), mentre il sito A Journey Through NYC Religion riporta che dal 2000 al 2010 le Chiese evangeliche solo a Manhattan sono aumentate del 39%. [gp]

La ricerca completa del Pew Research Center (in inglese)

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