Iraq, sconforto tra i rifugiati cristiani

By 13 Novembre 2014Chiesa Perseguitata

VERONA – Porte Aperte, l’organizzazione internazionale evangelica a sostegno della chiesa perseguitata, nella sua ultima newsletter riporta i pensieri di alcuni profughi interni visitati nei campi allestiti nel nord dell’Iraq: dopo mesi di vita in condizioni difficili, mentre si avvicina un inverno che migliaia di cristiani saranno costretti a passare in tende o rifugi improvvisati, perse le speranze di tornare alle proprie terre, la fuga dal Paese appare l’unica via per riappropriarsi di un futuro.

«Sanno che le loro case sono state saccheggiate, ma non solo dai miliziani dell’IS, molte delle loro proprietà sono state rubate da persone che vivono nei villaggi vicini. Questo annulla ogni speranza di ritorno. Le comunità sono state distrutte dall’interno» scrive tra l’altro Porte Aperte, riassumendo il pensiero del responsabile di un campo profughi che ospita 350 famiglie (l’80% delle quali cristiane).

I profughi del centro, allestito in un centro commerciale a Erbil, sono di lingua araba, e ora si trovano nel nord dell’Iraq dove si parla curdo; questo aumenta la difficoltà di trovare una qualsiasi fonte di sostentamento. Alla situazione dei profughi fa da controcanto la testimonianza di un giovane cristiano, padre di due bambini: pur riconoscendo che molte famiglie ormai non vedono un futuro nel Paese, ha deciso di rimanere in Iraq, convinto che questa sia la volontà di Dio. [gp]

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