PECHINO – Ancora vessazioni contro la famiglia del pastore protestante cinese Zhang Shaojie, leader “scomodo” di una chiesa ufficiale del regime, che dopo una detenzione segreta di sette mesi sta ora scontando dodici anni di prigione per essersi opposto alla requisizione forzata delle terre della sua comunità a Nanle, nella provincia dell’Henan.
Zhang Shanshan, figlia del pastore, con il marito e la loro bambina, avevano già subito intimidazioni in passato, tanto da fuggire negli Stati Uniti. Tornati in patria, mercoledì scorso intorno alle 11 la donna è stata bloccata mentre faceva la spesa nella sua città natale e portata via da uomini che non si sono identificati.
Il marito ha riferito a Sky News UK (notizia ripresa anche da Christian Today) che da una chiamata via cellulare in cui la signora Zhang era riuscita solo a gridare il nome di un albergo e “aiutami” e da successivi messaggi di testo il luogo in cui dovrebbe essere trattenuta in una sorta di detenzione domiciliare è un albergo nel quale sono state condotte anche la zia della donna e un’altra leader di chiesa.
È opinione del marito che si cerchi di nascondere la situazione del pastore evitando che sia denunciata durante il vertice dell’Asia Pacific Economic Cooperation, che vedrà a Pechino l’11 e il 12 novembre la presenza del presidente e del vice-presidente degli Stati Uniti. Gli USA, infatti, avevano richiesto alla Cina il rilascio del pastore Zhang esortando inoltre a cessare le vessazioni nei confronti della famiglia e della sua congregazione.
A margine della notizia Sky News riferisce che in passato una sua equipe giornalistica interessata al caso del pastore Zhang era stata allontanata da Nanle. [gp]
Notizia correlata: Cina, arrestato pastore “scomodo” (22/11/2013)
(Nella foto il pastore Zhang Shaojie)
