L’India nega gli aiuti ai cristiani poveri

By 30 Ottobre 2014Chiesa Perseguitata

VERONA – In India la Costituzione non prevede discriminazioni di religione, tuttavia i cristiani non hanno accesso a contributi economici per il lavoro e l’educazione, e lo stesso Ministro della giustizia sociale, Thavar Chand Gehlot, ha dichiarato al giornale Times of India che «l’India non dovrebbe estendere gli aiuti per lavoro ed educazione ai cristiani più poveri»: lo denuncia nella sua ultima newsletter Porte Aperte, l’organizzazione internazionale a sostegno della Chiesa perseguitata.

Gli attivisti cristiani, fra cui il pastore evangelico Sunil Raj Philip, lamentano che una causa intentata per la discriminazione contro i cristiani e i musulmani poveri sta da tempo “riposando” nei cassetti della Corte suprema indiana: in questa iperpopolata federazione di Stati con parlamenti e governi autonomi i nazionalisti indù esercitano una forte influenza politica e si creano situazioni che coinvolgono decine di milioni di cristiani in estrema povertà – come rileva Porte Aperte – che sono obbligati a nascondere la loro fede perché perdendo i benefici statali resterebbero senza nulla.

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