Pakistan, il dramma delle cristiane rapite

By 5 Settembre 2014Esteri

MILANO – Ogni anno sono circa mille le donne pakistane cristiane e indù convertite a forza e costrette a sposare uomini musulmani. Lo segnala oggi l’Agenzia Fides a margine del caso di due donne venuto alla luce grazie all’avvocato cristiano Sarda Mushtaq Gill, difensore dei diritti umani e responsabile dell’Ong pakistana LEAD (Legal Evangelical Association Development).

Una delle due donne è istruita, l’altra è analfabeta e di umili condizioni sociali. «Sono casi molto difficili e delicati da trattare» ha spiegato Gill a Fides», aggiungendo «Mi sono messo in contatto con alcuni religiosi musulmani, chiedendo loro un parere sui matrimoni forzati. Hanno risposto che forzare sia la conversione che il matrimonio è un atto illegale e illecito, non solo secondo la legge civile ma anche per la legge islamica». L’avvocato ha raccontato a Fides uno dei due casi, quello di Sairish, costretta a sposare un uomo musulmano nel 2009 e che nel suo cuore non ha abbandonato la fede cristiana e ha continuato a pregare Cristo dopo il matrimonio. Dopo alcuni anni ha avuto il coraggio di ribellarsi e di fuggire e si è rivolta all’avvocato Gill per chiedere assistenza legale e sicurezza. La sua vita è in pericolo perché per i musulmani, se oggi si dichiara cristiana, commette apostasia e dunque va punita con la morte. L’associazione evangelica di assistenza legale
LEAD sta sensibilizzando l’opinione pubblica su questo tema, per sollevare la questione delle conversioni e dei matrimoni forzati in Pakistan. Purtroppo succede pure che quando i casi approdano in tribunale, le donne siano minacciate o ricattate e depongano di essersi convertite e sposate liberamente e così il caso sia chiuso. [gp]

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