Cristiani in Nigeria: «Solo Dio può soccorrerci»

By 4 Settembre 2014Chiesa Perseguitata

VERONA – Il leader della setta islamista Boko Haram, Abubakar Shekau, ha dichiarato la creazione di un califfato islamico nelle città e nei villaggi conquistati e -confermando gli intenti espansionistici di questa nuova ondata di movimenti terroristici islamici – in un video ha dichiarato: «Allah ci comanda di governare Gwoza con la legge islamica. In realtà, egli ci comanda di governare il resto del mondo, non solo la Nigeria, e ora abbiamo iniziato».

A Gwoza Boko Haram ha distrutto oltre 178 chiese. Più di quarantamila persone, in maggioranza cristiani, sono state costrette a fuggire per rifugiarsi a Mubi, a Uba e in altre aree. I Boko Haram hanno anche preso il controllo di Madagali (nello stato di Adamawa) vicino al confine con il Camerun, oltre che dei villaggi vicini di Sabongari e Kafin Hausa. La strategia del terrore è sempre la stessa: sparano alle persone, minacciano, s’impossessano di armi e edifici strategici del governo locale, appiccano il fuoco a case e chiese, costringendo la gente alla fuga.
Come risposta all’autoproclamato califfato il governo nigeriano ha voluto riconfermare che l’integrità e la sovranità territoriale dello stato rimanevano intatte. Intanto si sa che dopo i duri combattimenti intorno a Gwoza, circa 480 soldati nigeriani hanno riparato in Camerun, ma il governo nigeriano nega che i soldati fossero in fuga. Da aggiungere che a metà di agosto famiglie di soldati nigeriani avevano inscenato una protesta a Maiduguri (nord-est della Nigeria) perché, asserivano, i soldati non erano equipaggiati, mentre i terroristi possedevano equipaggiamenti migliori dei loro. Per lo stesso motivo la settimana scorsa, un gruppo di soldati si è rifiutato di eseguire l’ordine di combattere contro i Boko Haram. Intanto il Camerun ha ufficialmente chiuso le frontiere con la Nigeria per contenere la diffusione di Ebola.

Un collaboratore di Porte Aperte (l’organizzazione internazionale evangelica a sostegno della chiesa perseguitata) impegnato in queste aree pericolose per portare aiuto e supporto ai cristiani locali spiega: «La chiesa non riesce più sostenere il numero enorme di rifugiati provenienti da diverse parti del nord-est diretti a Mubi». E aggiunge: «I responsabili locali delle chiese ci ripetono la stessa cosa «Solo Dio può soccorrerci. Siamo in una situazione molto difficile». [gp]

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