Con Porte Aperte per sostenere i cristiani iracheni

By 19 Agosto 2014Chiesa Perseguitata

VERONA – Sono più di vent’anni che Porte Aperte, l’organizzazione internazionale evangelica a sostegno della Chiesa perseguitata, opera in Iraq. «In questo paese – scrive Porte Aperte Italia – sono successe così tante cose in due decadi che è difficile ricordarle, ma una delle verità di questi ultimi anni è che l’antica presenza cristiana in questo splendido territorio sta sparendo».

Fino a non molto tempo fa Porte Aperte denunciava una riduzione dei cristiani (calati fino a essere 325 mila circa). Ma questi dati precedevano l’avanzata degli estremisti dell’Isis. Ormai migliaia di cristiani sono fuggiti da Mosul, Qaraqosh e altre città della pianura di Ninive lasciando tutto.

Ad Ankawa, un quartiere di Erbjl, città del nord dell’Iraq, decine di migliaia di loro sono arrivati nei giorni scorsi nella speranza di sopravvivere. «La sofferenza che abbiamo visto qui – confida un collaboratore di Porte Aperte sul campo – è indicibile e mi obbliga a piangere mentre vistiamo le famiglie nelle tende e ascoltiamo le loro storie».

I collaboratori di Porte Aperte, infatti, sono già all’opera. Riferiscono di aver costatato le necessità e di aver messo in atto un progetto di distribuzione di alimenti non deteriorabili e quanto utile all’igiene e disinfezione.
Dall’inizio della crisi provocata dall’Isis, sono stati consegnati in due mesi quasi diciottomila pacchi di aiuti. Ma occorre considerare la portata della tragedia che ha investito i cristiani e che ogni pacco può servire per una settimana a una famiglia che conti dai cinque ai sette membri. Oltre ai pacchi “alimenti e igiene” Porte Aperte sta fornendo materassi, acqua potabile, ma soprattutto è presente, ascolta, dona conforto.

Un’inviata dell’organizzazione evangelica tra i profughi, Lydia, dall’interno dell’occhio del ciclone invierà una serie di messaggi che Porte Aperte conta di pubblicare sul suo account di facebook. «Mi sono chiesta – ha scritto Lydia – che ci faccio qui. Ma poi ho capito che Dio ha un proposito: possiamo spiegare alla chiesa libera e ai nostri sostenitori ciò che accade e dare loro una prospettiva affinché possano soccorrere gli sfollati con aiuti di prima necessità. E possiamo anche dire a questi fratelli e sorelle iracheni che non sono soli, che delle persone in tutto il mondo pregano per loro». [gp]

Come sostenere una famiglia di perseguitati per un mese:
PORTE APERTE AIUTI

(Foto da: Porte Aperte Italia)

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