Le religioni più "simpatiche" in Usa

By 28 Luglio 2014Rassegna Stampa

ROMA – Gli ebrei, i cattolici e gli evangelici sono visti con molta simpatia dall’opinione pubblica americana: più fredda l’accoglienza per quanto riguarda indù e buddisti, mentre atei e musulmani si collocano in fondo alla lista di gradimento.
È questo il risultato di una ricerca del Pew Forum, l’ente statunitense specializzato nello studio delle religioni, in particolare per quanto riguarda gli aspetti sociologici del fenomeno fede.

È stato creato un “termometro” dall’ampiezza zero-cento, per rappresentare il grado di simpatia riscontrato dalle diverse confessioni. Ovviamente zero è il termine minimo e cento quello massimo di accoglienza. I primi tre gruppi – ebrei, cattolici ed evangelici – hanno superato il 60 per cento. I più amati gli ebrei (63 per cento) seguiti dai cattolici (62 per cento) e dagli evangelici (61 per cento).

I buddisti, gli indù e i mormoni si situano in una zona “media”. I mormoni ricevono un tasso di preferenza del 48 per cento, mentre ai buddisti tocca il 53 per cento. Nella zona fredda invece troviamo decisamente gli atei (41 per cento) e ancora più in giù i musulmani (il 40 per cento).

Com’è normale i gruppi religiosi tendono ad avere un grado di accoglienza migliore da parte dei propri adepti che da osservatori esterni. I cattolici riscuotono l’80 per cento di gradimento dai cattolici, e solo il 58 per cento nella media cattolici-non cattolici. Similmente gli evangelici danno il 79 per cento di gradimento agli evangelici, mentre la media assegna loro solo il 52 per cento. Per loro, i non evangelici offrono valori quasi eguali di “non gradimento” (27 per cento) e di gradimento (30 per cento).

È interessante anche osservare quelle che sono le interazioni fra i diversi gruppi. I cattolici e gli evangelici si considerano reciprocamente con un certo calore. I protestanti bianchi evangelici attribuiscono ai cattolici un buon 63; i cattolici attribuiscono agli evangelici il 57. Gli evangelici hanno anche un’opinione favorevole degli ebrei; i protestanti bianchi attribuiscono agli ebrei il 69 per cento. Solo gli ebrei hanno un’opinione degli ebrei più favorevole di quella degli evangelici. Ma gli ebrei non ricambiano la stima: attribuiscono agli evangelici un 34% freddino.

Quando si passa a considerare la visione che gli evangelici hanno delle altre religioni, le non cristiane, la situazione peggiora. I protestanti bianchi evangelici assegnano una media di 39 per cento ai buddisti, 30 per cento ai musulmani e 25 per cento agli atei. Una freddezza ricambiata: gli atei assegnano agli evangelici un glaciale 28 per cento. Gli atei invece sono piuttosto positivi verso le religioni non cristiane: i buddisti ricevono il 69 per cento, gli ebrei il 61 per cento e gli indù il 58 per cento.

I cristiani e gli ebrei sono visti con maggior favore dalle fasce di età più anziane, sopra i sessantacinque anni, mentre invece i giovani prediligono le altre religioni. Gli adulti sotto i trentanni danno un grado medio, neutrale ai musulmani (49 per cento), mentre le persone più grandi danno valori più bassi: 42 per cento per la fascia di età fra i trenta e i quarantanove, 36 per cento per la fascia fra i cinquanta e i sessantaquattro anni, e solo il 32 per cento fra quelli dai sessantacinque anni in su. È un modello che riflette – fra l’altro – il fatto che ci sono più cristiani nelle fasce di età alte. Nella ricerca del Pew Forum, l’85 per cento degli americani dai sessantacinque anni in su si definiscono cristiani, mentre solo il 59 per cento della fascia di età sotto i trentanni fa questa affermazione. Il 32 per cento di questa fascia si definisce non affiliato a nessuna religione.

di: Marco Tosatti
da: laStampa.it/VaticanInsider
data 21/7/2014

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