VERONA – I militanti islamici di Isis che controllano la città irachena di Mosul hanno minacciato di morte i cristiani, poi li hanno scacciati spogliandoli di ogni loro bene materiale. Lo conferma Porte Aperte (l’organizzazione evangelica internazionale a sostegno della chiesa perseguitata) nel suo ultimo bollettino, aggiungendo alcuni particolari affiorati nel frattempo.
Middle East Concern, un’associazione – spiega Porte Aperte – che ha sede a Londra e che si occupa dei diritti dei cristiani in Medio Oriente, riferiva che i militanti islamici di Isis ormai al controllo della zona di Mosul avevano convocato i leader cristiani rimasti nella zona a una riunione indetta per giovedì 17 luglio scorso: i militanti musulmani volevano annunciare che le leggi islamiche sarebbero state applicate da quel momento in poi anche a chi non era musulmano. Ankawa.com, un sito in lingua araba, che pone attenzione alle questioni dei cristiani nella regione, riportava, inoltre, che l’argomento della riunione era di imporre ai cristiani la scelta fra il pagare una tassa alla leadership della comunità musulmana e il convertirsi all’Islam.
I leader cristiani hanno scelto di non presentarsi a quella riunione e poco dopo veicoli muniti di altoparlanti hanno percorso Mosul annunciando che tutti i cristiani avevano tempo fino a mezzogiorno dell’indomani per lasciare la città o sarebbero stati uccisi. Molti dei cristiani ancora rimasti nella zona sono fuggiti. Oltre alla loro casa e ai beni contenuti hanno anche dovuto lasciare ai checkpoint organizzati da Isis ogni avere portato con sé: dalle auto ai soldi, oro, telefonini e quant’altro avesse un valore. Ai cristiani sono rimasti solo i vestiti che indossavano. Le loro case sono state marchiate con una “N” (a indicare la parola “nasara”, seguace del Nazareno, ossia cristiano)e con la scritta “Proprietà dello Stato islamico”, poi occupate. La frase “Proprietà dello Stato Islamico” è apparsa, anche sulle case delle altre minoranze. [gp]
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(Nella foto da Opendoors.uk.org: profughi iracheni)
