"Derive settarie", a rischio la libertà religiosa

By 8 Aprile 2014Rassegna Stampa

MILANO – La libertà religiosa europea diventerà più fragile se giovedì prossimo l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa adotterà la «Risoluzione sulla protezione dei minori dalle derive settarie». La Risoluzione chiede ai governi di sorvegliare e reprimere le sette, gruppi che isolano e manipolano la gioventù, e che si distinguono dalle religioni tradizionali, di cui i governi dovrebbero servirsi per proteggere i giovani dalle «derive settarie».

Per i fan della Risoluzione, non basta la tutela penale ordinaria dei minori, senza distinzioni di fede, che mette alla pari gli abusi commessi da un prete, un guru o un non credente. Andrebbero invece punite specificamente le «derive settarie», ovvero le «tecniche di pressione aventi lo scopo o l’effetto di creare, mantenere o sfruttare uno stato di soggezione psicologica o fisica, in modo tale da danneggiare l’individuo e la società». Dove è stata percorsa, questa via è stata un fallimento. E ha violato diritti. La Corte di Strasburgo ha condannato la Spagna per la rieducazione forzata dei membri d’un gruppo esoterico, Francia e Grecia per l’ostilità verso testimoni di Geova e battisti, la Russia per il bando di Scientology e l’Ungheria per la revoca della patria potestà a un divorziato, giacché membro d’una chiesa ritenuta settaria dalla polizia.

Per anni in Francia ha dilagato la Miviludes, Missione interministeriale per la vigilanza e l’azione contro le derive settarie.
Gli insuccessi hanno infine screditato l’ente anche a Parigi, ma un suo esponente, il deputato Rudy Salles, ha abilmente spostato la partita in Europa, sfruttando i pregiudizi e gli interessi di cui si nutre la guerra alle sette. Nel Rapporto che accompagna la Risoluzione, di cui è relatore, Salles ammette candido l’impossibilità di definire cosa sia una setta e l’assenza di dati in materia, salvo incitare poi alla lotta contro «derive settarie sempre più presenti in Europa».

Grazie al complice silenzio di governi, grandi chiese e religioni, la Risoluzione anti-sette inviterebbe a conculcare la libertà di fede più preziosa: quella di chi conta meno.

di: Marco Ventura
da: Corriere della Sera
data: 8/4/2014

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