Porte Aperte, per essere "Uno con loro"

By 10 Maggio 2013Chiesa Perseguitata

RIMINI – È iniziato con un momento di lode condotto da Luca Durante il 29.mo convegno nazionale di Porte Aperte: l’organizzazione internazionale torna a Torre Pedrera (Rimini) per tre giorni volti a sensibilizzare la chiesa italiana sulla situazione e i bisogni dei cristiani perseguitati.

Il tema di quest’anno, “Uno con loro” (ispirato al passo di Giovanni 17:11), come di consueto è stato introdotto ufficialmente dal direttore della missione, Lino Cavone: «vogliamo unirci alla sofferenza della chiesa perseguitata – ha affermato nel suo intervento – e allo stesso tempo unire la chiesa libera in nome dei cristiani che soffrono».

Dopo Cavone, l’addetto stampa di Porte Aperte ha annunciato un nuovo progetto di patrocinio adottato da Porte Aperte ad alcuni anni di distanza dal precedente “Free to believe”: «petizioni a favore di cristiani arrestati ingiustamente sono importanti e in varie occasioni aderiamo volentieri – ha precisato – ma non sarà mai l’attività principale di Porte Aperte. Dietro a ogni nostro impegno in questa direzione c’è un iter che parte da una condizione imprescindibile: deve essere la chiesa perseguitata a chiedercelo».

Proprio in quest’ottica si è sviluppato il progetto di raccolta firme e una catena di preghiera a favore dei cristiani in Siria, dove i credenti si spostano all’interno Paese alla ricerca di un posto sicuro, al riparo dalla guerra civile.

«Per rendere efficace una petizione, però – ha ammonito ancora l’addetto stampa – è certamente necessario coinvolgere le autorità e i media, ma in primo luogo soprattutto noi stessi, la chiesa libera, che deve essere motivata a parlare e muoversi contro la persecuzione. E non dobbiamo mai dimenticare che la persecuzione è la necessaria e inevitabile conseguenza della diffusione del vangelo: il nostro impegno consiste nel dare sostegno alla chiesa perseguitata, senza però mai toglierla dal suo posto. La testimonianza attirerà sempre persecuzione».

I lavori sono poi entrati nel vivo con Barbara Baker, giornalista canadese, referente di Porte Aperte per il Medioriente, che ha raccontato la significativa vicenda di Makset, credente uzbeko trattenuto in carcere e poi esiliato insieme alla famiglia a causa della sua fede cristiana.
«E Makset – ha concluso la giornalista – è solo uno dei credenti dell’Asia centrale che stanno riscrivendo oggi il capitolo 29 del libro degli Atti».

La serata si è conclusa con Nico Battaglia, che ha presentato il suo nuovo brano – e relativo video, realizzato insieme al regista Sergio Mascheroni – ispirato alla chiesa perseguitata.

La tre giorni di Porte Aperte continua sabato con i resoconti delle attività annuali, la classifica dei Paesi maglia nera in fatto di libertà religiosa e la presentazione dei nuovi libri pubblicati da Porte Aperte, alternati come ogni anno a testimonianze di prima mano proposte da esponenti della chiesa perseguitata.

(nella foto: Barbara Baker insieme al traduttore Andrea Papini)

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