Il ministro Cancellieri riceve gli evangelici italiani

By 27 Luglio 2012Dall'Italia

ROMA – Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ha ricevuto stamani al Viminale una delegazione dei rappresentati di tre tra i più rappresentativi organismi evangelici italiani: le Assemblee di Dio in Italia (Adi), nella persona del presidente Felice Antonio Loria, la Federazione delle chiese pentecostali (Fcp) rappresentata dal presidente Remo Cristallo, accompagnato dal preside della Facoltà pentecostale di Scienze religiose, Carmine Napolitano e da Alfredo Giannini, e l’Alleanza evangelica italiana (Aei) nella persona del presidente Roberto Mazzeschi, accompagnato dal coordinatore dell’Italia centrale, Stefano Bogliolo e dal presidente della Conferenza evangelica Lombardia (Coel), Riccardo Tocco.

Hanno partecipato all’incontro anche l’onorevole Sandro Oliveri (Mpa) che è stato l’artefice dell’incontro, e il senatore Lucio Malan (Pdl). Il ministro era accompagnato dal prefetto Angela Pria, capo del dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione.

Al centro della discussione due questioni: i mancati riconoscimenti delle nomine dei ministri di culto delle chiese senza intesa e la legge regionale della Lombardia. Questa impone che «i mutamenti di destinazione d’uso d’immobili, anche non comportanti la realizzazione di opere edilizie, finalizzati alla creazione di luoghi di culto e luoghi destinati a centri sociali, sono assoggettati a permesso di costruire». A oggi tale legge ha provocato la chiusura di numerose sedi di chiese evangeliche e di altre comunità religiose.

Com’è noto il blocco dei riconoscimenti delle nomine dei ministri di culto, è dovuto al diverso orientamento del ministero dell’Interno che fa seguito al parere 2758/2009 del Consiglio di Stato che indica in 500 il numero minimo dei membri perché una comunità possa sperare di ottenere il riconoscimento.

I rappresentati evangelici hanno fatto rilevare che a loro parere tale limite non ha giustificazione logica e che non è nemmeno corretto quanto affermato dal Consiglio quando dice che alla stessa Chiesa cattolica si applica tale criterio, quando tutti sanno che molte chiese cattoliche, specialmente nei piccoli paesi, sono ben lungi da raggiungere il numero di 500 membri.

Si è inoltre osservato che il postulato secondo il quale l’approvazione delle nomine non sarebbe un atto dovuto ma una concessione, perché conferisce la facoltà di compiere atti di rilevanza giuridica e necessaria unicamente per le celebrazioni di matrimoni validi agli effetti civili, e quindi non limiterebbe per il resto l’attività spirituale dei ministri, non risponde alla realtà. Infatti, la norma sui culti ammessi, ancora vigente, prevede per ministri di culto muniti dell’approvazione governativa anche la facoltà di aprire luoghi di culto e quelle di assistere i propri membri nei luoghi di cura, negli istituti di pena, nelle caserme; viene inoltre garantita la tutela del segreto professionale, la possibilità di raccogliere le ultime volontà testamentarie da persona morente e tutta una serie di altre facoltà riferite agli edifici e alle relative attività di culto. Il Consiglio di Stato, quindi, secondo i leader evangelici, avrebbe molto sottovalutando l’impatto negativo che la mancata approvazione delle nomine può avere sull’operato quotidiano dei pastori evangelici, come pure degli altri leader religiosi, alcuni dei quali incontrano comunque difficoltà pur avendo ottenuto il riconoscimento della nomina, figurarsi cosa può succedere a ministri di culto privi del riconoscimento. Il ministro Cancellieri, dal canto suo, ha ascoltato con molto interesse i vari interventi e si è detta disponibile a studiare insieme delle forme per superare il problema, dando alcuni suggerimenti ai leader presenti che hanno apprezzato l’apertura del ministro.

Anche per la questione della legge regionale della Lombardia, il ministro ha dato una serie di suggerimenti, disponendosi a fare quanto di sua competenza per favorire una soluzione positiva del problema. La titolare del Viminale ha inoltre prospettato l’opportunità d’incontri periodici per verificare gli sviluppi delle questioni esposte. [sb/gp]

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