Pakistan, uno strano sequestro

By 14 Luglio 2012Rassegna Stampa

TOBA TEK SINGH (Pakistan) – Uno strano sequestro sconvolge da giorni la comunità cristiana protestante di Toba Tek Singh nel Punjab. Il 7 luglio scorso, otto uomini armati e vestiti da poliziotti hanno sequestrato il pastore Victor Samuel. Da allora, la comunità non ha più avuto notizie ed è nel panico, perché le forze dell’ordine non confermano, né smentiscono un ipotetico coinvolgimento di loro colleghi. Secondo il sacerdote cattolico Bonnie Mendes, quanto accaduto è «una vergogna», perché «la famiglia, la comunità e la nazione devono sapere se lo Stato è coinvolto e, nel caso, perché ha rapito il pastore Samuel».

Il giorno del rapimento, il pastore si trovava nel suo ufficio. All’improvviso, quattro uomini armati e con delle divise da poliziotti sono entrati, mostrando un mandato di perquisizione emesso da un magistrato di Lahore. I presunti agenti avrebbero detto al rev. Samuel che April, la sua ex moglie americana, aveva presentato una denuncia contro di lui, in merito ad alcuni oggetti preziosi che il pastore avrebbe dovuto restituire alla donna. Gli uomini l’hanno interrogato sul suo matrimonio, hanno controllato il suo computer, e poi l’hanno fatto salire su una jeep della polizia insieme a suo fratello, Sikander Samuel, dicendo che doveva presentarsi alla stazione di polizia. Una volta in strada, i sequestratori hanno lasciato il fratello e portato via il pastore. Da quel momento, di lui si sono perse le tracce.

La famiglia ha denunciato l’accaduto alla stazione di polizia di Toba Sek Singh. Un agente del distretto, Ahsan Raza, si è messo in contatto con la signora April, che ha però negato di aver presentato alcuna denuncia, spiegando di essersi risposata, di vivere felice con il marito e di non avere alcun rancore personale con il rev. Samuel.

Anche Sikander, il fratello, ha confermato la versione della donna ad Asianew: «Mio fratello si è sposato con April nel 2007. Dopo tre anni, lei è tornata in America, per poi tornare di nuovo in Pakistan l’anno seguente. Hanno divorziato, e lei si è risposata con Kashif Masih, un amico di Victor, e ora vivono nella città di Sahiwal. La loro separazione è avvenuta in modo pacifico e non ci sono inimicizie. La loro bambina, mia nipote, vive con la madre a Sahiwal».

«Se fossero stati davvero degli agenti – ribadisce padre Mendes -, avrebbero dovuto portarlo davanti a una corte entro ventiquattro ore. Se fosse stato rapito, la polizia avrebbe dovuto condurre vere indagini e dire al Paese chi sono i sequestratori. In entrambi i casi, le forze dell’ordine dimostrano di aver fallito. Ora il Pakistan ha una nuova persona scomparsa nel nulla».

di: Shafique Khokhar
da: Asianews
data: 13 luglio 2012

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