Pakistan, l’insostenibile quotidiano

By 25 Maggio 2012Chiesa Perseguitata

VERONA – Un ventenne rischia l’ergastolo dopo un banale diverbio, una giovanissima subisce violenza di gruppo, una donna incinta è brutalmente picchiata e perde le bimbe che portava in grembo. Questo accade nel quotidiano dei cristiani in Pakistan.

Sajid Inayat, un ventenne cristiano, è stato accusato di blasfemia nella provincia del Punjab (distretto di Sheikhupura). Il cugino ha riferito che «Sajid si stava recando al suo negozio un venerdì mattina, quando ha incrociato un gruppo di giovani musulmani, tra cui un ragazzo con il quale il giorno precedente aveva discusso di una faccenda futile. Di punto in bianco il giovane l’ha accusato di aver violato il Corano e di averne bruciato delle pagine […]. Sajid ha chiesto per quale folle motivo avrebbe dovuto fare una cosa del genere, conoscendone le conseguenze, ma non è servito, alla fine è stato trascinato fino alla stazione di polizia».

Subito dopo si è formato un assembramento di persone e tutta la faccenda ha talmente spaventato la comunità cristiana locale che alcune famiglie, temendo un’aggressione da parte dei musulmani più radicali, hanno preferito lasciare le loro case e andarsene momentaneamente dal posto.

Sajid Inayat ora rischia l’ergastolo sulla base di un’accusa priva di fondamento, «perché in Pakistan un cristiano è un cittadino di serie B e spesso basta la parola di un musulmano per finire in carcere», afferma Porte Aperte, l’organizzazione internazionale evangelica a sostegno dei cristiani perseguitati.

Nella stessa regione un altro fatto: una giovane donna cristiana incinta è stata picchiata da un gruppo di musulmani, tanto da perdere le due gemelline che portava in grembo. Il motivo di una simile brutalità è che aveva denunciato quelle persone per lo stupro della sua nipotina di tredici anni. La polizia ha temporeggiato rifiutando le accuse perché, a quanto pare, il figlio di un poliziotto sarebbe coinvolto nella violenza. Intanto il gruppo, dopo aver minacciato la famiglia, è passato all’azione, facendo irruzione nella casa della giovanissima, picchiando,oltre a lei, la madre e la cognata.

Sono tre vicende che Porte Aperte denuncia nel suo ultimo bollettino di maggio «rappresentano la quotidianità dei cristiani pakistani in molte aree del paese». [arg]

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