Si teme l’esecuzione di Yousef Nadarkhani

By 23 Febbraio 2012Chiesa Perseguitata

THEHERAN – L’avvocato del pastore evangelico Yousef Nadarkhani sta cercando conferma a notizie di un’imminente esecuzione del pastore. Lo comunica l’organizzazione cristiana Christian Solidarity Worldwide (Csw) che scrive: «Vi sono fondati timori che le autorità iraniane mettano in atto la sentenza senza darne alcun preavviso e si limitino a una qualche comunicazione a fatto avvenuto, pratica, questa, che non è rara in Iran».

Yousef Nadarkhani era stato incarcerato una prima volta nel 2009. Giudicato colpevole di apostasia e di aver convertito al cristianesimo altri musulmani, era stato condannato a morte nel settembre 2010. Dopo altre vicende giudiziarie durante le quali aveva ancora rifiutato di salvarsi la vita rinunciando a Cristo, nell’ottobre 2011, mentre si allargava la protesta internazionale in suo favore, il caso era stato demandato alla Guida Suprema del paese, Khamenei. Da allora silenzio da parte iraniana sulla sorte di quest’uomo, padre di due figli, convertito a Cristo a diciannove anni e a poco più di trenta alla guida di una piccola comunità cristiana evangelica.

Csw aggiunge: «Siamo profondamente preoccupati per la possibilità, molto reale, che la condanna a morte del pastore Nadarkhani possa essere messa in esecuzione in qualsiasi momento, nonostante la mancanza di una base giuridica. Sollecitiamo la comunità internazionale a esercitare pressioni sul governo iraniano per il suo rilascio e per quello di altre persone ingiustamente incarcerate o in attesa di esecuzione a seguito di processi giudiziari scorretti».

Csw, inoltre, informa che il leader di un’altra chiesa evangelica, Farshid Malayeri Fathi, tenuto in carcere dal dicembre 2010, è stato processato il 5 febbraio scorso da un tribunale nella prigione di Evin. Fathi, padre di due figli, era stato arrestato durante un raid che colpì numerosi cristiani, molti dei quali furono poi rilasciati dopo il pagamento di cauzioni esorbitanti. L’uomo è stato in isolamento per gran parte dell’incarcerazione e interrogato da agenti del Ministero dei servizi segreti sulle sue attività religiose e i suoi contatti all’estero.

Non confortano in queste situazioni i dati presentati il 21 febbraio a Roma in Senato dall’ong indipendente Iran Human Rights che ha sede a Oslo: nel 2011 in Iran 676 persone sono state messe a morte, il numero più alto dagli anni novanta, 65 sono state le esecuzioni avvenute in pubblico (a scopi “educativi”), tra i condannati figurano minorenni, donne, diversi blogger e giornalisti. Sempre dalla stessa fonte una triste conferma ai timori dell’avvocato di Nadarkhani e di Csw: spesso le esecuzioni sono avvenute senza preavviso e comunicate a posteriori. [gp]

Notizia di Csw e petizione (in inglese):
http://dynamic.csw.org.uk/article.asp?t=news&id=1142

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