Silenzio e lacrime, il giorno del ricordo per l’America

By 12 Settembre 2011Rassegna Stampa

NEW YORK – «Dio è per noi un rifugio e una forza. Aiuto sempre vicino nelle angosce. Perciò non temiamo se trema la Terra, se crollano i monti nel fondo del mare». Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha aperto le commemorazioni al memoriale degli attentati dell’11 settembre a Manhattan leggendo il salmo 46 della Bibbia.

La voce di Obama ha spezzato il silenzio che da Ground Zero ha attraversato tutti gli Stati Uniti. Era stato il sindaco di New York Michael Bloomberg alle 8.46 locali, 14.46 italiane, l’ora in cui il primo aereo di linea si schiantò nella torre nord del World Trade Center a chiedere il raccoglimento in ricordo delle vittime dell’attacco di Al Qaeda. Sono stati in tutto sei i minuti di silenzio, che si sono tenuti esattamente all’ora dei due schianti aerei contro le Torri Gemelle, dei loro crolli e degli attacchi al Pentagono e a Shanksville in Pennsylvania.

Obama e l’ex presidente George W. Bush, accompagnati dalle mogli, hanno assistito dietro a un vetro antiproiettile. Momenti di commozione si sono vissuti mentre i familiari, come era già accaduto negli ultimi 9 anni, hanno letto i nomi delle 2.983 persone morte quel giorno al World Trade Center, al Pentagono e in Pennsylvania, ma anche quelli morti negli attentati contro il World Trade center nel 1993. La lettura è stata fatta dai familiari delle vittime, 334 persone che sono salite sul palco in coppia e che hanno recitato i nomi, con la musica di sottofondo e varie pause, con letture di salmi o brani di varia natura. La sicurezza è massima in tutto il Paese e non solo, per arginare una minaccia terroristica «credibile ma non confermata».

È la domenica del ricordo, ma a dieci anni dagli attentati la paura non è ancora passata. Lo stato d’allerta è massimo. La scoperta, nei giorni scorsi, di un presunto piano di attacco al cuore dell’America ha provocato un ulteriore rafforzamento delle condizioni di sicurezza. L’applauso più caloroso della commemorazione è andato all’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani, primo cittadino al momento degli attacchi di dieci anni fa. «È un momento per fermarsi – ha detto Giuliani – è un momento per vincere, è un momento per perdere. È un momento per mantenere, un momento per abbandonare. È un momento per guardare, è un momento per rimanere in silenzio, è un momento per parlare. È un momento per amare e odiare, è un momento di guerra, è un momento di pace». «Dio benedica ogni anima che abbiamo perso – ha aggiunto – Dio benedica le persone che hanno subito questa perdita, Dio benedica il momento in cui ci riuniremo in paradiso e Dio benedica gli Stati Uniti d’America».

La giornata è stata anche l’occasione perché i superstiti ricordassero i loro cari. Quando é stata la volta di Peter Negron, figlio di Pete Negron, tecnico ambientale, morto lasciando due figli, il giovane ha detto che il lascito del padre lo ha spinto a diventare uno scienziato nella conservazione dell’ambiente: «Mi sarebbe piaciuto avere mio padre al fianco per insegnarmi a giocare a baseball, a guidare, a chiedere a una ragazza di uscire con me; avrei voluto che fosse al mio fianco quando mi sono diplomato. Lavorava al dipartimento ambientale e voleva lasciare un segno: l’ammiravo per questo e per quello che mi insegnava, ho deciso di fare lo scienziato grazie a lui. Mi manchi tanto papà».

A Ground Zero sono risuonate anche le parole, in italiano, di una donna che negli attacchi ha perso la figlia: «Laura ti voglio tanto bene, sarai sempre nel mio cuore», ha detto. Parallelamente a Shanksville, in Pennsylvania, era in corso la cerimonia in ricordo delle 44 persone morte nello schianto del quarto aereo, probabilmente diretto verso il Campidoglio o la Casa Bianca, ma precipitato in un campo dopo la lotta tra passeggeri e dirottatori. Cerimonie si svolte in tutto il mondo. Ma a Londra, mentre nella chiesa di S.Paul si celebrava una messa, alcuni manifestanti islamici hanno dato fuoco alla bandiera a stelle e strisce lanciando slogan contro gli Usa e Obama. L’odio non è stato sconfitto. La guerra al terrorismo non è finita.

di: Maurizio Piccirilli
da: Il tempo.it
data: 12 settembre 2011

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