Culto evangelico rumoroso, proteste e richieste

By 1 Agosto 2011Rassegna Stampa

FERRARA – La voce del pastore si ode con chiarezza già a una certa distanza. A tratti viene coperta da cori e canti, che rispondono agli incitamenti della guida religiosa. Dentro la saletta, che per le sue dimensioni potrebbe essere ospitata in un normale appartamento, pregano una ventina di persone, in maggioranza donne. Di fianco, su un divanetto, si esprime la giocosa allegria di un gruppo di bambini. Il rito evangelico è iniziato al mattino e si concluderà all’ora di pranzo. Ma al grattacielo alcune decine di residenti chiedono lo “sfratto” dei fedeli. Orazioni, canti e cori religiosi, musicati e ritmati dal suono dei tamburi, amplificati dal microfono e da due voluminose casse rivolte verso la porta esterna hanno spinto gli abitanti delle due torri a rivolgersi al Comune e alle forze dell’ordine per chiedere di abbassare i decibel di quelle adunanze “troppo rumorose”. Una protesta che non ha colto di sorpresa i fedeli, in buona parte nigeriani, ghanesi, camerunensi che ribattono: «Qui ci troviamo a pregare, questa è una riunione religiosa non è una discoteca, come vorrebbe far intendere qualcuno. E per poterci incontrare qui paghiamo un affitto mensile».

Fuori dalla porta della saletta, dove una locandina presenta il culto e i pastori che fanno da guida alla cerimonia, i suoni delle voci si confondono, l’atmosfera gioiosa riempie le gallerie del grattacielo. Pochi metri più in là è aperta anche la sala della chiesa cristiana frequentata da cittadini orientali: solo la sommessa base di un organo ne segnala la presenza oltre alla piccola folla radunata all’esterno. «Vede – commenta un residente – anche qui stanno pregando, ma non si sente quasi niente. Lì invece – e indica la chiesa evangelica – tutti parlano a voce alta, urlano, cantano, suonano. Sembra un concerto di Vasco Rossi e certe domeniche tutto questo va avanti per ore, dalla mattina al tardo pomeriggio». Negli appartamenti dei piani superiori si fa fatica a conversare o a sentire la tv. Qualcuno la domenica esce di casa e rientra solo quando il rito si è già concluso. Ma i fedeli non ci stanno a passare per molestatori. «È vero che tendiamo a parlare con una voce più alta degli europei – ribatte una signora nordafricana – ma è vero anche che i suoni emessi da un gruppo di persone che si riunisce si sommano e quindi il rumore è inevitabile. Noi ci riuniamo tutte le domeniche e una volta al mese partecipiamo alla celebrazione del digiuno che prosegue fino al pomeriggio». È il giorno del mese in cui rimbombano i tamburi e l’atmosfera si fa più chiassosa del solito. «Qui non si fa nulla di illecito – interviene ancora la signora, che è accompagnata da un parente – noi preghiamo, cosa facciamo di male?». Poi indica i giardini all’esterno del grattacielo. «Ieri, fino alle 3 di notte, lì fuori la confusione è stata totale, perchè non protestano anche per queste cose invece di prendersela con una comunità che si ritrova in pace per pregare?».

Alle riunioni di culto, che si susseguono dal 2007, partecipano sia alcuni residenti che fedeli provenienti da altre zone della città. «Siamo consapevoli che questi incontri religiosi possono arrecare disturbo. Per questo motivo abbiamo chiesto al Comune – racconta ancora la signora – la possibilità di poter utilizzare un altro spazio, ma non abbiamo avuto nessuna risposta».

«Non c’è nessun intento discriminatorio nella protesta di chi abita qui – commenta intanto un residente – vogliamo solo che si cerchi una soluzione che ci possa far convivere tutti quanti senza problemi».

di: gi. ca.
da: La Nuova Ferrara
data: 1 agosto 2011

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