Si frantuma la Cattedrale di cristallo

By 20 Ottobre 2010Rassegna Stampa

NEW YORK – Neanche la fede resiste alla crisi. La Cattedrale di cristallo degli evangelici è oberata dai debiti e dichiara bancarotta, assicurando comunque alle migliaia di fedeli che «ogni tempesta arriva alla fine» e dunque c’è sempre «la luce dietro la collina» delle difficoltà causate dal brusco calo di donazioni.

La Chrystal Cathedral è la mega chiesa evangelica di Garden Grove, nella California del Sud, che deve la popolarità alla singolare struttura architettonica firmata da Philip Johnson e al reverendo Robert Schuller, pioniere dei telepredicatori evangelici con la trasmissione «Hour of Power». Il nome del luogo di culto, finito di costruire nel 1980, si deve ai 10 mila pannelli rettangolari di vetro tenuti assieme da un particolare tipo di silicone che consente di rinunciare a strutture metalliche, con il risultato di dare l’impressione alle migliaia di fedeli che vi pregano di essere letteralmente circondati dal cielo.

Schuller, che fondò la comunità originaria dentro un cinema nel 1955, ha aggiunto nel 2003 alla cattedrale riformista un «centro di accoglienza» realizzato da Richard Meier potendo così vantare la mega chiesa più avveniristica degli Stati Uniti, e un tale palcoscenico gli ha consentito di moltiplicare lo share di «Hour of Power», una trasmissione sulla fede evangelica che negli Stati Uniti conta oltre un milione di spettatori mentre in tutto il mondo supera i venti. Sono stati in molti a bussare alla porta di Schuller, che ha 84 anni, per potersi rivolgere a questa audience internazionale di evangelici: da Mikhail Gorbaciov ad Al Gore, da Mike Huckabee a John Ashcroft. Con il risultato di innescare un vortice di fede, popolarità e donazioni milionarie che ha trasformato la Chrystal Cathedral in un simbolo della cultura pop, dalle trasmissioni di Mtv fino ai «Simpsons».

Ma la crisi economica che ha investito la California non ha risparmiato le casse di Schuller obbligandolo a fare i conti con una diminuzione delle donazioni private che in gennaio portò a un buco di bilancio di 55 milioni di dollari con la conseguente decisione di licenziare cinquanta dipendenti, tagliare il popolare musical «Gloria di Pasqua» e vendere il Rancho Capistrano adoperato per celebrare i matrimoni.

Ma tutto ciò non è bastato a far quadrare i conti e i figli di Schuller, Sheila e Robert, a cui ora spetta la guida della cattedrale si sono trovati ad ammettere l’impossibilità di far fronte a un persistente rosso di 43 milioni di dollari, in gran parte dovuto al mutuo esistente proprio sugli edifici firmati dagli architetti di fama mondiale. Da qui la decisione di attivare la procedura del «Chapter 11» per accedere alla bancarotta sotto amministrazione controllata con un passo destinato a infrangere l’immagine del successo inarrestabile della congregazione di Schuller. È toccato al pastore Sheila dare l’amaro annuncio ai fedeli, parlando proprio dal pulpito sotto la gigantesca volta di vetro, ammettendo che «oggi tutti noi ci sentiamo feriti» anche se, ha poi aggiunto citando un proverbio paterno, «i momenti cattivi non durano mai mentre la gente tosta riesce sempre a farcela». In realtà il problema del calo delle entrate del 30 per cento, iniziato nel 2009, resta irrisolto e proprio la sfiducia dei creditori nella possibilità di un rapido recupero delle entrate li ha spinti a mettere alle strette la cattedrale di cristallo.

Resta da vedere quanti fedeli continueranno a frequentarla in assenza dei dispendiosi show che finora ne distinguevano le attività. Jim Penner, che gestisce i conti della mega chiesa, si dice sicuro di «poter risalire la china» promettendo di spendere d’ora in poi di «non più di quanto incassiamo ogni mese in donazioni e profitti» ovvero la modica cifra di 2 milioni di dollari.

di: Maurizio Molinari
da: La Stampa
data: 20/10/2010

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