Libertà religiosa, dubbi dell’AEI sulla nuova legge

By 29 Gennaio 2007Dall'Italia

ROMA – L’Alleanza evangelica italiana esprime “forti preoccupazioni” in relazione al disegno di legge sulla libertà religiosa, attualmente in discussione alla Commissione Affari costituzionali della Camera.

Lo scorso 9 gennaio l’AEI ha partecipato all’audizione di diverse confessioni religiose e in quella sede «ha avanzato una serie di osservazioni critiche al testo in discussione».

In particolare – si legge in un comunicato emesso oggi dall’Alleanza – è stata segnalata la perplessità dell’Alleanza verso la proposta «di subordinare la facoltà di compiere atti rilevanti per l’ordinamento giuridico italiano alle sole confessioni religiose in possesso della personalità giuridica»: secondo l’AEI una decisione di questo genere «significherebbe tagliare fuori molte delle comunità che si riconoscono nei principi dell’Alleanza evangelica italiana, cioè quelle chiese (pentecostali, dei Fratelli, libere, indipendenti, ecc.) che, per scelta o dato di fatto, non hanno personalità giuridica».

«Molte comunità evangeliche – segnala l’AEI – sono autonome e sono collegate tra esse sulla base della semplice comunione fraterna, sul modello della chiesa dei primi secoli. Sono molte di fatto le comunità evangeliche, che pur avendo ottenuto il riconoscimento della nomina dei propri ministri di culto, ai sensi della legge 1159, sui Culti Ammessi, sono prive del riconoscimento della personalità giuridica, e nemmeno potrebbero ottenerlo, non possedendo sovente nemmeno i propri luoghi di culto, spesso affittati a prezzi elevatissimi, con pesanti ricadute sul bilancio, penalizzate, non solo per l’esercizio delle attività proprie del culto, ma anche per quelle di utilità sociale, che vanno dall’assistenza, agli anziani, a quella ai disabili, ai detenuti, agli emarginati, alle attività dedicate ai giovani, ecc.»

Per questo l’AEI si dice «assolutamente favorevole» all’estensione delle facoltà in questione anche «ai ministri appartenenti alle confessioni prive di personalità giuridica, la facoltà di compiere atti rilevanti per l’ordinamento giuridico», riformulando in maniera più chiara il passaggio «visto che, come l’esperienza ci insegna, gli impiegati della pubblica amministrazione, di fronte ad una norma non chiarissima, per paura di sbagliare, nel dubbio, tendono a privilegiare una interpretazione in senso restrittivo, creando di fatto notevoli problemi all’attività dei ministri di culto», e questo problema si estenderebbe al trattamento tributario e alla possibilità di ottenere in locazione terreni demaniali per la costruzione di locali di culto.

A tale fine l’AEI «invita tutti gli evangelici italiani a mobilitarsi affinché la legge sulla libertà religiosa non discrimini le chiese e le comunità evangeliche prive di personalità giuridica e affinché la tanto attesa legge in questione non sia portatrice di ulteriori penalizzazioni per le minoranze religiose». A tale scopo l’AEI sta progettando «una serie di manifestazioni pubbliche per sensibilizzare il Parlamento e l’opinione pubblica nella certezza che la battaglia sulla libertà religiosa è una battaglia di civiltà e di responsabilità».

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