Così i luterani aggiornano la Bibbia

By 18 Ottobre 2006Rassegna Stampa

BERLINO – No, non si può più dire «Signore» o «Padre» o «discepolo» nell’epoca della correttezza politica. Perché Dio è madre e padre, fra i suoi seguaci c’erano anche le donne e forse la notte di Natale alla capanna andarono pure delle pastorelle. Così, cinquecento anni dopo la traduzione della Bibbia in tedesco a opera di Martin Lutero, quarantadue teologhe e dieci teologi evangelici hanno deciso di produrre un nuovo testo all’altezza dei tempi: non per la liturgia in Chiesa, ma per la lettura domestica. Con due stelle polari: la fedeltà al testo e l’equità culturale. Dopo cinque anni di lavoro e due di collaudo nelle comunità evangeliche, arriva a giorni in libreria la «Bibbia nella lingua corretta», 2.400 pagine direttamente tradotte dal greco e dall’ebraico e adattate al linguaggio e alla cultura moderne. E perciò attente a cancellare ogni discriminazione nei confronti delle donne, degli ebrei e di tutte le minoranze emarginate.

L’idea è maturata nei circoli della teologia femminista e della liberazione, attenti al dialogo fra cristiani ed ebrei, legati al mondo americano del «linguaggio inclusivo». I testi sono in un tedesco moderno, semplice e purgato delle parole che suonerebbero comiche. Ma ci sono effetti stranianti e storicamente errati – «le apostole» o «le pastore» della notte di Natale – e traduzioni pesanti: «Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo» è diventato: «Nel none di Dio, del Padre e della Madre di tutti e della santa forza spirituale». Paolo indirizza le sue lettere non più «ai romani», ma «alle sorelle e ai fratelli di Roma». E la terribile frase «E’ giunta la fine del mio popolo Israele» è diventata – perché non venisse messo in dubbio il diritto di Israele a esistere – «Il mio popolo ora è maturo, non posso più risparmiarlo».

«Ogni traduzione è anche interpretazione – ha detto il co-traduttore e co-editore Frank Cruesemann -. Una traduzione letterale non sempre coglie il senso del testo originale. Anche Lutero venne criticato per le libertà che si era preso. Ogni parola nuova apre un orizzonte nuovo». La casa editrice Guetersloher – cauta – ha limitato la prima tiratura a diecimila esemplari, ma l’ha presentata alla Fiera di Francoforte come «il Libro dei Libri per il nuovo millennio, all’altezza delle attuali ricerche scientifiche». E’ un’opera collettiva, frutto di tante generosità: i traduttori hanno lavorato gratuitamente e milleduecento persone hanno fatto piccole e grandi offerte, fino ad arrivare a 350 mila euro. Il rompicapo più impegnativo – come tradurre «Signore»? – è stato risolto con la parola ebraica «Adonaj». E per il salmo «il Signore è il mio pastore», ecco un verbo nuovo: «Adonaj mi pascola». La correttezza è salva. La lingua, si sa, evolve.

Il commento di musica&parole: http://www.crc.fm/pjblog/index.php

di: Marina Verna
da: la Stampa
data: 17/10/2006

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