Globalizzazione, rischi e vantaggi

By 9 Febbraio 2006Dall'Italia

BOLOGNA – Alla presenza di un folto e attento pubblico, mercoledì 8 febbraio si è tenuta a Bologna l’attesa tavola rotonda sul tema “Quale globalizzazione?”, organizzata dal Centro studi di etica e bioetica (CSEB) di Padova. Il luogo prestigioso della Fondazione CESAR (Centro europeo studi assicurativi e ricerche) ha fatto da cornice al dibattito. Introducendo i lavori, Leonardo De Chirico, direttore del CSEB, ha presentato il fascicolo da poco pubblicato come supplemento alla rivista Studi di teologia da cui la discussione avrebbe preso le mosse, affermando che «le comunità cristiane, ma non solo, sono sollecitate a riflettere sul fatto che il saldo della globalizzazione presenta chiaroscuri, più scuri che chiari. Nessuno mette in dubbio l’inevitabilità della globalizzazione e le sue indubbie potenzialità, ma ci si deve chiedere se non siamo di fronte a una globalizzazione malata. Cosa può portare in dote il pensiero evangelico?» si è chiesto De Chirico, suggerendo categorie come responsabilità differenziata, sostenibilità, solidarietà, condivisione, accessibilità quali contributi alla discussione.

Giuseppe Rizza, professore di economia a Trento e docente di etica ed economia al CSEB, ha messo in luce i paradossi della globalizzazione. Da un lato la connessione mondiale; dall’altro la frammentazione particolaristica. Per un verso l’inclusione nel villaggio globale, per un altro l’esclusione crescente di ampi strati della società. C’è un’alternativa alla globalizzazione neo-capitalista e al mercato come unica metafora della vita? Rizza ha richiamato il pensiero sociale di Abraham Kuyper, grande ideologo evangelico olandese tra Ottocento e Novecento, per indicare la possibilità di un ripensamento radicale. La responsabilità differenziata, vero perno della visione evangelica della società, mette in discussione la polarità tra pubblico e privato ed incentiva la partecipazione sociale della più ampia varietà di soggetti sociali. Inoltre, ha ricordato Rizza, l’orizzonte della shalom biblica è la cornice di riferimento per una globalizzazione guarita.

All’intervento di Rizza è seguito quello di Marco Mazzoli, professore di politica economica a Piacenza. Ripercorrendo il cambiamento di scenario economico degli ultimi decenni, Mazzoli ha sostenuto che il liberalismo ed il socialismo (le grandi ideologie del Novecento) non sono in grado di governare i processi di globalizzazione perché legati a schemi obsoleti. In questa battaglia impari contro lo smantellamento della “polis”, vi è la necessità di fare una battaglia vigorosa per introdurre forme di governance ispirate a criteri etici condivisi. Mazzoli si è comunque detto pessimista sulle effettive possibilità di cambiamento.

Stefano Zamagni, economista di fama internazionale dell’Università di Bologna, ha sostenuto che la globalizzazione fa aumentare le disuguaglianze relative, fa scoppiare i conflitti identitari e inverte il rapporto tra politica ed economia. Oggi è l’economia a guidare la politica. Per ovviare alla situazione che genera disastri, Zamagni ha evocato una “nuova Bretton Woods”, cioè un accordo internazionale per riscrivere gli statuti degli organismi internazionali (Banca mondiale, FMI, WTO, ecc.), per creare nuove agenzie mondiali (sulle migrazioni, sull’ambiente, ad esempio) e per istituire un Consiglio di sicurezza sociale all’interno dell’ONU in cui siedano le espressioni della società civile internazionale. Zamagni ha insistito con forza sulla necessità di valorizzare la società civile (chiese, associazioni, ONG, finanza etica, commercio equo-solidale, consumo critico, ecc.), il vero soggetto del cambiamento.

In un intenso dibattito finale, alcune questioni emerse sono state ulteriormente approfondite. Di fronte alla complessità della questione e alla necessità di nuove categorie, è stato notato come il pensiero evangelico sia riformatore nel senso di essere attrezzato per non rimanere attaccato agli schemi ideologici del passato, ma per impegnarsi in un confronto pubblico in vista di una riforma delle idee, delle analisi e delle pratiche del mondo globale.

(fonte: CSEB)

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