Un posto a tavola vuoto

By 6 Aprile 2004Israele

Rehovot. Un posto a tavola vuoto.

Quest’anno in Israele molte tavole apparecchiate per il seder di Pesach avranno una sedia in piu’, vuota. Una sedia in serbo per Ron Arad, il pilota israeliano rapito dagli arabi il 16 ottobre 1986.

Diciott’anni di paure, di speranze, di tribolazioni, di una figlia cresciuta senza padre e senza sapere dove fosse, se vivo o morto, di una madre morta di crepacuore, di un pazzo, un assassino, un fuori di testa carico di fanatismo e di odio, Nasrallah, capo di Hezbollah che si diverte a dare speranze e il giorno dopo a ritrattarle sghignazzando.
Israele non riesce a riportare a casa il suo ragazzo.
Ron non c’e’ ma noi metteremo una sedia per lui e lo aspetteremo per questo seder, per il prossimo e per tutti gli anni futuri fino a quando tornera’, vivo o morto.
Il mondo non si scompone per questo.

Il mondo, questo strano mondo alla rovescia che raccoglie firme, anche di premi Nobel, per salvare Arafat dalle minacce di Ariel Sharon, questo mondaccio che si agita e si scandalizza e lancia condanne a Israele per l’assassinio di un criminale, mente diabolica di un’organizzazione di terroristi, mandante di centinaia di attentati e responsabile della morte di centinaia di ebrei.

Mi viene in mente un vecchio documentario intitolato Mondo Cane e mondo cane sia quello che non salta sulla sedia e non protesta per i bambini- terroristi palestinesi. L’ONU condanna l’uso dei bambini soldato dell’Africa ma non spreca una parola per i bambini terroristi di Arafat! Guardano dall’altra parte. Tacciono.

Questo mondo cane che anziche’ condannare chi li manda ha la sfrontatezza di biasimare Israele che li ferma, salvando loro la vita.

Questo mondaccio cane che nasconde documenti sull’antisemitismo di un intero continente, che prepara risoluzioni contro Israele ogni giorno alla pausa pranzo, che non dice mezza parola sui bambini di 6 anni che, a scuola, urlano di voler essere martiri, su quelli di dodici che vengono mandati in giro con zainetti pieni di esplosivo, che condanna la barriera di protezione delle vite degli ebrei.

Di fronte a questa rivoluzione di valori e sentimenti, di fronte a tutto il veleno che ammorba l’occidente filoislamico come possiamo aspettarci che la Croce Rossa Internazionale chieda informazioni su Ron Arad? Proprio la CRI che si rifiuta di riconoscere Israele tra i suoi membri! Figuriamoci.

Oggi in occidente si va al cinema a vedere The Passion e poi discute se erano piu’ cattivi gli ebrei o i romani. Un altro mondo. Quando uno vive in Israele e poi torna in Europa si rende conto che e’ un altro mondo, un mondo che nemmeno le bombe di Madrid riescono a scalfire, un mondo che si rifiuta di riconoscere di aver sbagliato e che quindi continuera’ a sbagliare.

Un mondo di superficialita’ e di buonismo inutile e pericoloso.

Intanto noi siamo qua che salviamo la vita a bambini terroristi che vogliono piu’ o meno consapevolmente ucciderci, siamo qui ad ascoltare di decine di terroristi fermati prima per fortuna, siamo qui che temiamo il big bang, il mega attentato promesso, siamo qui che ci prepariamo a leggere la haggada’ di Pesach, la storia della liberazione dei nostri antenati dalla schiavitu’ in Egitto.
Siamo qui che aspettiamo da diciotto anni Ron Arad e per lui aggiungeremo un posto a tavola al seder di quest’anno.
Un posto a tavola vuoto.

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