«Il comunismo fu una fede. Forse l’ultima fede viva e vitale di un Occidente che, scristianizzandosi, mirava a nuove certezze, garantite da una chiesa magari spietata, ma certamente consolatoria nella sua rassicurante promessa di un radioso avvenire materiale». Così Carlo Nordio sul Gazzettino, parlando del grande terrore stalinista e di come gli oppositori del dittatore si tormentassero per la scomunica ricevuta, «un indirizzo politico tradito che, nella pervertita visione del fanatico, diventa persino dramma morale».