Siamo «vicini, più o meno illusoriamente, a chi è lontano, perché siamo “connessi”, e lontani da chi ci è vicino. Presenti in una comunicazione frammentata e remota e assenti col cuore. In questo paradosso di vicinanze lontane, e di lontananze da vicino, sta una delle radici di tanto senso di solitudine contemporaneo, di tanta banalizzazione nella conversazione, della difficoltà di gustarsi un dialogo degno del nome. Con il rischio concreto che twittando twittando si perda anche il senso profondo di se stessi». Sembra un commento alla recente decisione di Theresa May, e invece la riflessione di Alessandra Graziottin è del 2012. A quanto pare il tempo passa, ma i problemi restano.