“E il naufragar m’è dolce in questo mare”, diceva Leopardi. Ci si può perdere in una ricerca terrena di infinito: nella vertigine luminosa dell’amore, della passione, o dell’ambizione, di cui tutti abbiamo sperimentato anche i lati oscuri, gli abissi di delusione e di frustrazione, i disincanti. O si può cercare l’infinito, l’assoluto, nella dimensione spirituale e religiosa. Fino alla benedizione di una fede assaporata nella dimensione del divino o alla felice ricerca di altri infiniti.
Alessandra Graziottin – L’etimo, la forza delle parole da riscoprire
Il Gazzettino, 24/8/2015