Il guadagno – afferma [Socrate] – è un bene, e siccome ciascuno vuole sempre il bene, o almeno quello che egli ritiene tale, non v’è chi non ami il guadagno. In questa tesi è contenuto l’insegnamento socratico secondo cui ogni uomo è attratto dal bene. Il male sorge quando per una carenza conoscitiva l’individuo persegue un falso bene: nessuno desidera il male di propria spontanea volontà, ma per ignoranza. Il guadagno è cosa buona, sempre che sia chiaro quale debba essere l’oggetto da guadagnare: a questo riguardo è noto che Socrate considerava fallaci i beni materiali, mentre esaltava quelli spirituali. Siamo di fronte all’intellettualismo etico tipico della filosofia greca: l’origine del male è l’ignoranza, mentre la sapienza è garanzia di virtuosità.
Sarà il cristianesimo a inaugurare una pagina nuova in questo campo, affermando con forza il ruolo decisivo della volontà nelle scelte etiche e chiarendo che il sapere non assicura all’uomo di vivere una vita retta.
Maurizio Schoepflin – Talvolta il sapere non basta per fare il bene
Avvenire, 3/10/2015