Corruzione e conversione

By 13 Settembre 2015Media&Fede

Capovolgere è lo stesso concetto di convertire: il consumismo ci ha convertiti alla corruzione?
«Un tempo il concetto di corruzione si legava all’evidenza della morte. Oggi, invece, il consumismo ha imposto che tutto sia corruttibile: cose, persone e sentimenti. Tutto si compra, si usa e si getta. L’esito è che siamo stati trascinati in un’angoscia di fondo che si deve autoalimentare di cose corruttibili rendendo noi stessi, alla fine, inconsistenti e disimpegnati. Il brodo di coltura consumista ha indotto la corruzione delle nostre convinzioni morali e spirituali, cioè del nostro stesso essere. La nostra naturale tensione all’eterno è stata “convertita” alla finitezza». […]

E allora?
«Allora serve un capovolgimento, una metanoia. Questa oggi è la vera conversione: rimettere le cose al loro posto. Ridare a ciascuna il giusto valore. Allora potremo tornare a guardare in faccia alla corruzione, affrontarla sapendo che c’è qualcosa di incorruttibile che è la fonte del nostro autentico bisogno, desiderio di senso». […]

Si parlava di conversione, di perdono.
«Il tema della conversione oggi è più che mai essenziale. E bisogna stare attenti a non banalizzarlo. Non ci si può accontentare, per fare un esempio, della moda, anche televisiva, del perdono facile, di un perdono banalizzato, anch’esso usa e getta. Il perdono cristiano nasce da tre elementi fondamentali: riconoscimento dell’errore, conversione nel modo di pensarmi nel mondo, effettiva tensione verso una vita nuova».

Roberto I. Zanini intervista il filosofo Lorenzo Biagi
E il consumismo creò i corrotti – Avvenire, 20/12/2014

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