Grignani e la fede

By 1 Giugno 2015Media&Fede

«Ho sempre avvertito il bisogno di riempire un vuoto esistenziale che mi porto dentro fin da bambino. Musica a parte, le risposte che ho cercato nella letteratura, nella filosofia e poi nella fisica ora le scopro tutte concentrate nella Bibbia. E per questa infinita domanda di senso c’è una sola risposta, che poi risposta in senso stretto non è: la fede. L’ho sempre saputo, ma non lo volevo ammettere quando ero giovane. I giovani spesso sono totalitari, vogliono tutto e subito. Per loro esistono solo il bianco o il nero. Anch’io non volevo cogliere il grigio».

Ma quanta angoscia c’è in questo grigio di cui a volte non si riesce a comprendere il senso?
«Io ogni giorno mi sveglio positivo ma combatto lo stesso con una domanda: perché deve valere la pena vivere? Poi mi guardo dentro e mi pento di questo pensiero. Ma la domanda resta. Perché vedo negli occhi di tante persone il vuoto cosmico? Tanti, troppi, credono di poter riempire quel vuoto esistenziale in mille modi assurdi e finiscono solo per ampliarlo».

È capitato o capita anche a lei?
«Quando sono caduto, sì. Eppure la vera risposta l’ho sempre saputa, ma non volevo crederci, a volte anche adesso. L’uomo deve essere imperfetto per poter avere la fede e stare con Dio. La fede è possibilità di non vedere, è il mezzo che Dio ci dà per poter essere perfetti. Ma non quaggiù. Se noi sapessimo con assoluta certezza scientifica che esiste Dio, che esiste l’aldilà, che esiste altro da qui, non saremmo immensi come invece siamo, con questo vuoto da colmare. Senza la fede, questo gap ci rende insoddisfatti, infelici, rabbiosi e invidiosi».

Gianluca Grignani intervistato da Massimo Iondini
Grignani, «un imperfetto in cerca di Dio» – Avvenire, 16/4/2015

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