Nelle sue letture un primato indiscusso fu quello assegnato alla Bibbia… La nonna paterna, Fanny Haslam Arnett, era infatti inglese e anglicana osservante ed era stata lei a iniziare il piccolo Jorge Luis [Borges] alle Scritture e alla lingua inglese alta. In una conferenza tenuta a Harvard nel 1969, dedicata all’Arte di raccontare storie, Borges, esaltando l’epica come la forma più antica della poesia, riconduceva a un trittico le opere capitali per l’umanità: «l’Iliade, l’Odissea e un terzo “poema” che spicca notevolmente sugli altri: i quattro Vangeli… Le tre storie – quella di Troia, di Ulisse e di Gesù – sono bastate all’umanità… Ma nel caso dei Vangeli c’è una differenza: credo che la storia di Cristo non possa essere narrata meglio».
Gianfranco Ravasi – La Bibbia secondo Borges
Avvenire, 21/11/2014