L’abbaglio del nuovo

By 29 Agosto 2014Media&Fede

Non c’è mai nulla di nuovo sotto il sole, ammonisce l’Ecclesiaste (1,10). Eppure la cifra del nostro tempo esprime una tensione vorticosa verso il nuovo, l’inedito, il moderno. Ha in odio i retaggi del passato, nega le tradizioni così come la storia (quanti italiani la conoscono?). Coltiva il mito dell’eterna giovinezza, magari con l’aiuto del chirurgo plastico. Perché è un tempo rapido e cangiante, quello che stiamo attraversando… Anche la nostra esperienza religiosa, tuttavia, sta assumendo un segno nuovo, o almeno lo insegue, lo reclama. Un ossimoro, dal momento che Dio è per definizione eterno, uguale a sé medesimo. Ma a quanto pare adesso è questo che ci attira: la santificazione dell’ossimoro.

Ovunque nel mondo si moltiplicano i microgruppi religiosi insieme alle religioni fai-da-te, dove ciascuno prende un pezzo da questa o quella fede, servendosi à la carte come a un supermercato dello spirito… Ma quanto è nuovo ciò che si rinnova? […]

Dietro il miraggio del nuovo fa regolarmente capolino il vecchio, e il morto finisce per afferrare il vivo.

Michele Ainis – Tutto è neo. L’abbaglio del nuovo
La lettura (Corriere della Sera), 8/4/2012

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