Il talento di Whitney

By 13 Febbraio 2012Media&Fede

Numerosi, oggi sui giornali, gli interventi in ricordo di Whitney Houston.

Gianni Riotta sulla Stampa rievoca l’incontro con la cantante nel suo momento d’oro: «Il ricordo indimenticabile fu l’arrivo di Whitney Houston, bellissima, bravissima, dolcissima, gentile…
Ci spiegò che credeva “In Dio e nella famiglia, perché quando perdi tutto solo loro ti restano”, e la fede battista suonava tra i lustrini del Festival…»

Erano gli anni Ottanta, e Whitney rivendicava le sue scelte artistiche senza rinunciare alla sua fede e ai suoi valori: «Allora i repubblicani del suo paese – ricorda ancora Riotta – condannavano la musica pop e rock come “antireligiosa” ma Whitney, ammaliandoci tutti, ci disse di considerare canto e bellezza “Doni divini”: “Sono cristiana e lo resto”».

Una cristiana rimasta vittima del suo successo: «Vennero poi – continua Riotta – i matrimoni sbagliati, le botte, gli stupefacenti fino alla morte di ieri, senza vicino nessun familiare».

Un talento eccezionale infuso in una persona intimamente fragile, a lungo andare vittima di se stessa, delle proprie scelte, delle persone sbagliate. Lo star system, che prende tutto e non perdona nulla, ha fatto il resto: così Whitney è passata dal coro gospel della provincia americana ai palcoscenici più prestigiosi, per poi scivolare rovinosamente tra dipendenze, vizi, medicine.

Sopravvivere al successo è un’impresa. Mantenere identità e principi in un ambiente che riconosce come valori solo il denaro e il potere si rivela presto come una fatica improba. Whitney Houston, giorno dopo giorno, si è lasciata andare, investendo il suo talento in maniera discutibile.

«Credeva in Dio e nella famiglia – conclude Riotta -, è morta ieri e solo lei sa se davvero da sola».

Sì, solo lei sa. Noi possiamo solo sperare.

Leave a Reply

Evangelici.net è un portale di informazione e approfondimento che opera dal 1996 per la valorizzazione del messaggio, dell’etica e di uno stile di vita cristiano

Sostieni il portale ➔