Fattore religioso

By 21 Luglio 2010Media&Fede

Luis Badilla, esperto di Radio Vaticana sulle questioni latinoamericane,
spiega l’uso del “fattore religioso” da parte delle bande di narcotrafficanti messicani: «Questa famiglia [gruppo criminale] di Michoacán si ispira in gran parte a un best seller di un tele-predicatore americano, John Eldredge (il libro si chiama “Cuore selvaggio”) che – a totale insaputa dell’autore e contro la sua volontà – viene utilizzato un po’ come la “Bibbia” dei narcotrafficanti: questo libro viene infatti proposto ai membri del cartello perché ne traggano ispirazione per vivere come eroi, in un’avventura permanente. Ed è una strategia per reclutare la manovalanza […] La religione viene strumentalizzata a servizio del crimine».

Eldredge è un autore evangelico che opera con l’organizzazione internazionale Focus on the Family, e certo il suo “Wild at Heart” non era pensato per un uso criminale.

Una “devozione” che, però, non dovrebbe stupirci: se i narcotrafficanti messicani usano un testo evangelico per ispirare il loro perverso codice d’onore, alle nostre latitudini quasi tutti i boss e padrini arrestati negli ultimi anni hanno dimostrato di possedere un forte senso religioso, con tanto di orgogliosa presenza a riti e feste comandate, e talvolta perfino con un utilizzo compulsivo della stessa Bibbia.

Feroci dentro, angelici fuori. E qualcuno li chiama ancora uomini d’onore.

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