Biden: "È tempo di guarire l’America"

By 17 Novembre 2020Focus

Si è concentrato sulla pacificazione il “discorso della vittoria” con cui Joe Biden ha celebrato il raggiungimento della soglia di 270 grandi elettori e, quindi, la certezza (sempre più ragionevole, con il passare delle ore) di diventare a gennaio il 46mo presidente degli Stati Uniti d’America. Nel suo intervento Biden ha teso la mano anche a chi non lo ha votato, invocando «un’opportunità. Per andare avanti dobbiamo smettere di trattare i nostri avversari come nemici».

Un discorso, il suo, peraltro intessuto di riferimenti spirituali, tra cui il libro dell’Ecclesiaste: «La Bibbia ci dice che “c’è un tempo per ogni cosa: un tempo per costruire e un tempo per mietere, un tempo per seminare e un tempo per guarire”. Questo è il tempo per guarire l’America», ha proclamato. Più avanti, ricordando gli ultimi giorni della campagna elettorale, ha raccontato di aver pensato «a un inno che significa molto per me e la mia famiglia, in particolare per il mio figlio defunto, Beau. Racchiude la fede che sostiene me e che, come credo, sostiene l’America. Spero che possa dare un po’ di conforto e sollievo ai 230 mila americani che hanno perso una persona cara quest’anno per colpa di questo terribile virus. Il mio cuore batte per tutti voi. Spero che questo inno vi porti sollievo. “E ti rialzerà, ti solleverà su ali d’aquila, ti reggerà sulla brezza dell’alba, ti farà brillar come il sole, così nelle Sue mani vivrai”. E ora tutti insieme, su ali d’aquila, ci avviamo a svolgere il lavoro che Dio e la Storia ci hanno chiamati a svolgere». Infine, con un passo indietro ancora più marcato, Biden ha rievocato suo «nonno che, quando ero uscito da ragazzino dalla sua casa a Scranton, mi disse “Joey, abbi fede“. E nostra nonna gridò: “No, Joey: diffondila, la fede”. Diffondiamo la fede».

Dopo la corsa alla Casa Bianca si accendono i riflettori sui seggi del Senato: senza una maggioranza alla camera alta Biden non avrebbe comunque molti margini di manovra, e per questo motivo c’è attesa per i risultati nei collegi contesi. In uno di questi, in Georgia, per i Democratici corre anche Raphael Warnok, pastore battista cinquantunenne, che il Corriere ricorda essere stato pastore della chiesa di Atlanta “in cui tenne i primi sermoni Martin Luther King”. Il responso, tuttavia, rimarrà in sospeso fino al nuovo anno: dato che nessuno dei candidati ha conquistato la maggioranza assoluta dei voti, la legge della Georgia prevede un ballottaggio, già fissato per il 5 gennaio.

foto di Gage Skidmore from Surprise, AZ, United States of America – Joe Biden, CC BY-SA 2.0

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