Brunson: "ecco come stavo nelle carceri turche"

By 1 Aprile 2020Focus

Andrew Brunson, il missionario americano rimasto in carcere per due anni in Turchia, torna a parlare del suo dramma: in un’intervista a Premier Christian News racconta la disperazione del primo anno di reclusione, i dubbi e le domande su Dio, la sensazione di abbandono e la sorpresa per l’assenza, durante la prova, di un segno tangibile della presenza divina, che si aspettava potesse manifestarsi attraverso una sensazione interiore di forza, di gioia e di grazia.

«Ero davvero sorpreso di non provare tutto questo, anzi, mi sentivo molto debole. Mi sono sentito spezzato. No, non provavo gioia», ricorda. «Non ho percepito la presenza di Dio per due anni interi. Era con me, non mi ha abbandonato, ma mi sono sentito così». Brunson rievoca anche le trattative politiche e il senso della sua detenzione: «Penso che [le autorità turche] stessero cercando di intimidire gli altri missionari in modo che se ne andassero spontaneamente. Stavano cercando di intimidire i cristiani turchi».

Ed esprime gratitudine per l’attuale presidente, che si è imposto portando il caso di Brunson all’ordine del giorno nei rapporti con la Turchia: «Se Trump non fosse in carica, non so se sarei libero».

foto: premierchristian.news

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