Le origini evangeliche del turismo

By 4 Ottobre 2019Focus

Dopo 178 anni di attività fallisce il pioniere dei tour operator, Thomas Cook, un colosso che contava 22 mila dipendenti in 16 Paesi. Il procedimento di liquidazione, evidentemente inaspettato, ha lasciato a piedi seicentomila clienti, fatti rientrare con soluzioni di fortuna.

Il Corriere coglie l’occasione per ricordare che il turismo moderno ha una origine evangelica, e lo stesso nome del colosso fallito nei giorni scorsi ne è testimonianza. Thomas Cook, predicatore di metà Ottocento, scrive Gianluca Mercuri, «aveva 33 anni ed era un predicatore battista dalla fede profonda: la missione che si era dato era la lotta all’alcolismo, tra le cause dell’abbrutimento del proletariato nell’Inghilterra vittoriana. Così gli venne in mente di organizzare quel “viaggio dell’astinenza“: un solo scellino per trasporto, concerto e cibo. Fu un tale successo che ne nacque una serie». Di fatto il viaggio «era un’alternativa edificante a pub, case da gioco e bordelli», ed ebbe un successo strepitoso: «in sei mesi, Cook portò nella capitale 150 mila persone, poveracci, middle class e donne per la prima volta in grado di muoversi sole».

A sorpresa «era nato il primo grande tour operator, cui si devono tutti gli strumenti basilari del turismo moderno: travelers cheques, guide, brochure. Perfino gli orari dei treni».

foto: corriere.it

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