Le notizie della settimana – 2 dicembre

By 4 Dicembre 2017Focus

In primo piano, sui giornali di questa settimana, l’Italia che non fa più figli: centomila nascite in meno in otto anni (e ormai un bambino su tre nasce fuori dal matrimonio). Tra le altre notizie di prima pagina c’è l’inquietante, ancorché poco incisiva, irruzione degli skinhead in un centro di sostegno ai migranti di Como; sotto i riflettori anche il disegno di legge sul fine vita, con la maggioranza schierata a favore e l’opposizione di centrodestra a denunciare i pericoli della normativa.

Sul fronte internazionale: un generale croato si è avvelenato mentre ascoltava la sentenza emessa nei suoi confronti dalla Corte internazionale dell’Aia; il papa è nel sudest asiatico (ne parleremo più avanti); il principe Harry, figlio minore di Carlo d’Inghilterra, quinto nella linea di successione alla corona del Regno unito, sposerà a maggio un’attrice americana, divorziata, più anziana di lui: la sorpresa – segno dei tempi – è che la notizia è stata accolta senza troppi patemi dalla tradizionalmente cauta opinione pubblica britannica.

Pagina esteri. Partiamo dalle notizie di cui si è parlato poco: trema ancora la terra in Iran, interessato da un sisma di magnitudo 6,2; la guerra interetnica nel Sudan del Sud ha provocato oltre quaranta morti; diciassette le vittime di una bomba fatta esplodere in Iran nei pressi di un centro commerciale a Baghdad; sette bambini sono morti di fame in Venezuela nel corso dell’ultimo mese.

Una buona notizia arriva invece dalla finanza etica, che – ricorda l’Osservatore romano – vale oggi «715 miliardi di euro, quasi il 5 per cento del pil complessivo dell’Unione europea».

Continua, dicevamo, la visita di Bergoglio nel sudest asiatico. In Birmania, visitando un tempio buddista, papa Francesco ha dichiarato che «attraverso gli insegnamenti del Buddha, e la zelante testimonianza di così tanti monaci e monache, la gente di questa terra è stata formata ai valori della pazienza, della tolleranza e del rispetto della vita, come pure a una spiritualità attenta e profondamente rispettosa del nostro ambiente naturale». Il messaggio di Bergoglio era rivolto indirettamente ai buddisti radicali che, in Birmania come altrove, rendono la vita difficile alla minoranza cristiana con intimidazioni e vessazioni. Tra l’altro l’agenzia di stampa Agi in questi giorni ha raccontato in un video la storia di due pastori evangelici arrestati a Natale 2016 in Birmania e condannati di recente a quattro anni di carcere e due ai lavori forzati.

Dall’Asia all’Africa: a metà novembre in Malawi la popolazione chichewa ha festeggiato la prima traduzione della Bibbia nel loro idioma; la versione servirà un bacino di 9 milioni e mezzo di persone.

La chiesa di Svezia ha deciso che non è opportuno riferirsi a Dio con il genere maschile: per quanto possibile, in futuro, nella liturgia non si userà il “lui” (e neanche, tanto meno, il “lei”), ma si ripeterà “Dio”. Secondo il Corriere, peraltro, pare la chiesa abbia deciso di usare il genere neutro (che la lingua svedese contempla), anche se è più probabile si tratti di un’operazione formale, non sostanziale.

Diversi i toni che si registrano oltreoceano: in Argentina 25 mila evangelici si sono riuniti in piazza a Buenos Aires per festeggiare la Riforma.

Negli Stati Uniti, invece, l’Atlantic dedica una lunga analisi ai democratici e alla necessità di un loro riavvicinamento alla componente religiosa dell’elettorato.

Nel frattempo alla Casa Bianca torna il Natale «dopo anni di cerimonie “diluite” in omaggio alla società interreligiosa e cosmopolita propria degli Usa», riporta La Stampa.

Insomma, l’avrete capito: tra polemiche, azzardi ed esperimenti multiculti, il Natale non è più quello di una volta. «Il Natale – denuncia, buon ultimo, il Foglio – ormai non ha nulla a che vedere con la cristianità. Il simbolismo legato ai regali, agli alberi decorati, alle luci, al vischio e a Michael Bublé viene gonfiato fino alla nausea».

Vicende italiche. Il direttore di una scuola materna palermitana ha deciso di vietare le preghiere del mattino (ma anche nell’ora di religione e prima del pranzo), nonché di far rimuovere dall’istituto ogni riferimento visivo (statue e santini) alla realtà cattolica. Ovviamente la circolare ha sollevato un polverone nazionale con polemiche tra le fazioni del “non doveva, così perdiamo le nostre radici” e del “doveva, la scuola è pubblica, a pregare si va in chiesa”. Al di là della questione in sé, su cui ognuno valuterà secondo la propria sensibilità, la polemica richiama un déjà vu: già quarant’anni fa a scuola c’era chi provava un certo imbarazzo per l’ostentazione di simboli e riti cattolici. Ma erano le minoranze cristiane (evangelici, in primis), non i paladini del laicismo.

Cronache locali. Nelle scorse ore si è spento Cosimo Sferruzzo, pastore evangelico a Benevento, noto anche per essere stato a lungo il referente del gruppo missionario Cristo è la risposta.

Le testate locali riferiscono di un incendio che, a Modena, ha provocato seri danni alla sede di una chiesa evangelica africana.

Nel veronese si parla di Bibbia anche nei bar, grazie a sette appuntamenti nel corso dei quali verranno approfonditi “i testi dei Vangeli che parlano di cibo”.

Rubrica appuntamenti. Si tiene dal 7 al 10 dicembre a Montesilvano (Pescara) il XII convegno nazionale dei Gruppi biblici universitari; a sviluppare il tema di quest’anno, “Il messaggio di Gesù Cristo in una società complessa”, sarà Darrell Block, studioso di Nuovo Testamento presso il Dallas Theological Seminary.

Nel terzo appuntamento con il 60mo Zecchino d’oro è tornata in gara “Una parola magica”, brano del cantautore evangelico Stefano Rigamonti, aggiudicandosi la un’altra vittoria parziale in attesa della finale.

Momento amarcord. A dicembre 2007 chiudeva, dopo decenni di attività, il servizio radiofonico cristiano di Voce della Bibbia.

Parentesi di costume. «Non sappiamo più ubbidire; o abbiamo smesso di farlo. Da tantissimo tempo», si rammarica sul Corriere Giorgio Montefoschi. Oggi noi, argomenta, «dubitiamo dell’ubbidienza, esitiamo a riconoscerla, pensiamo di poter vivere facendone a meno». Eppure, continua, «il primo “ubbidiente” senza giustificazioni» fu, come si sa, Abramo. «Viveva nella città di Ur, scrutando il percorso delle stelle. Un giorno, Dio lo chiamò e gli disse: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che ti indicherò”. Non gli disse: dove, né gli spiegò il perché. Gli disse: esci. E Abramo uscì».

Siamo sempre meno ubbidienti ma, riflette Mauro Magatti, paradossalmente sentiamo sempre più forte il bisogno di essere guidati: dopo gli anni del “tutto intorno a te” (una stagione «individualistica ed espansiva che la crisi ha svelato nella sua illusorietà»), la pubblicità – sempre lei – ci rivela che oggi ci votiamo ai tutorial per domare un mondo sempre più complesso e vagheggiamo un deus ex machina «che ci porti fuori dai guai che non sappiamo più come risolvere».

Venendo a temi più leggeri, secondo una ricerca scientifica la temperatura media che garantisce una vita migliore si aggira attorno ai 22 gradi. Il tepore renderebbe infatti «più coscienziosi, socializzanti, estroversi, ben disposti e soprattutto più emotivamente stabili di chi vive in località più fredde o più calde rispetto a quel valore».

Gesto elegante di un’azienda alimentare che ha acquistato una pagina sul Corriere della Sera per difendere un concorrente vittima delle bufale social.

Angolo cultura. Gian Antonio Stella affronta con eleganza la questione delle notizie falsificate (o fake news), segnalando che “la bufala più grande di tutti i tempi” è già stata pubblicata tredici secoli fa “e cambiò la storia del mondo”: naturalmente il riferimento è alla donazione di Costantino, smentita appena nel Quattrocento.

Il Washington Post torna con un lungo articolo sul Museo della Bibbia che ha aperto nella capitale statunitense.

Invece, parlando di musica, il Corriere inaugura una collana di dischi dedicati alla musica sacra, che in venti uscite proporrà tra l’altro anche l’Oratorio di Natale di Bach e il Messiah di Handel.

Citazione della settimana. «Respingo ogni forma di fanatismo e non mi piace l’ostentazione della propria religiosità. Cerco di applicare la mia fede nel quotidiano, così diventa un motore per vivere la vita, qualcosa in grado di orientarti». Lo ha detto al Corriere Lorena Bianchetti, da dieci anni conduttrice di A sua immagine.

Pagina spettacoli. Ancora una volta J Factor, il talent dedicato ai talenti emergenti della musica cristiana, ha dato le sue soddisfazioni: ha vinto un rapper, ma come sempre dietro alla gara c’è stato molto di più. Lo abbiamo raccontato qui.

«Scelgo di non aver paura, di prendere il mio cuore e di averne cura. Scelgo di crescere il coraggio, passo dopo passo viaggio dopo viaggio. Scelgo di non aver timori, di vivere ascoltando e di guardare fuori. Scelgo di lasciare il suolo, prendere il respiro e librarmi in volo… Amare è la risposta, amare a dismisura: perché l’amore sempre caccerà via la paura». Non ha vinto ma ha convinto “Scelgo-My choice”, la canzone italiana proposta allo Junior Eurovision Song Contest, un brano dalla melodia elegante e con un testo dai sentori biblici (probabilmente non sarà un caso che tra gli autori ci sia Stefano Rigamonti).

Invece: se non lo sapevate, potete riguardare Left Behind in streaming, gratis, sul sito della Rai.

Chiudiamo con lo sport. L’organizzazione del Giro d’Italia è riuscita a creare un caso diplomatico: presentando l’edizione 2018 – che, ormai è noto, prenderà il via in Israele – ha parlato di “Gerusalemme ovest”, rievocando questioni geopolitiche piuttosto delicate. Inevitabili le proteste delle autorità israeliane, e pronta marcia indietro dell’organizzazione (con successivo rammarico dei rappresentanti palestinesi).

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