Unar, polemiche sui finanziamenti

By 1 Marzo 2017Focus

L’attenzione dei media si è concentrata su uno scandalo portato alla luce da un servizio televisivo delle Iene: l’Unar, dipartimento del Governo per la lotta alle discriminazioni razziali (uno strumento voluto dall’UE), avrebbe stanziato una parte dei fondi a sua disposizione per un’associazione che gestisce anche locali per incontri gay.

Allo scandalo sono seguite le immediate, ancorché infastidite, dimissioni del direttore dell’Unar, che si tira fuori dalla polemica: finanziamo centinaia di associazioni che si sono accreditate con un iter preciso.

Immediate le reazioni politiche; e se il segretario generale dell’Arcigay si spinge a ventilare un attacco alla Costituzione, sostenendo che «in queste ore assistiamo al tentativo di sospensione della libertà di associazione per le persone, omosessuali e non, in Italia», è di parere diametralmente opposto, tra gli altri, il senatore di centrodestra Lucio Malan, secondo il quale «non c’era bisogno del servizio di Le Iene per sapere che, da tempo, l’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali) agisce al di fuori della legge, occupandosi soprattutto di questioni LGBT quando la legge che lo istituisce parla solo di rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o l’origine etnica. L’orientamento sessuale – prosegue il senatore – non è una razza o una etnia e, pertanto, tutte le attività dell’UNAR in questo settore sono al di fuori della legge».

Sull’onda della vicenda l’associazione ProVita onlus ha avviato una petizione online per chiedere la chiusura dell’Unar.

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